Il dono della guarigione

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Brunella

Il dono della guarigione

Prima impari, poi fai, quindi insegni

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Il dono della guarigione. È la storia di una bambina che si immagina maga per vincere le sue paure.
Maria Sole nasce nel Dopoguerra in un piccolo paese dove le tradizioni contadine si confrontano con le esigenze del progresso.
Con l’aiuto degli Spiriti amici impara il valore della pazienza, l’equilibrio della natura, l’importanza di non giudicare gli altri e scopre la felicità radicata nelle piccole cose. Crescendo cercherà di superare il dolore e la morte – naturali nel percorso di una vita – con semplicità e amore.
Un romanzo che vuol creare nell’animo del lettore nuove strade da percorrere per vivere in armonia e serenità.


Biografia Brunella

Copertina Il dono della guarigione

Il dono della guarigione di Brunella

Introduzione

Alcuni ricordi sono memorie antiche scolpite nell’anima, vicissitudini che lasciano segni indelebili. Le esperienze fatte, la famiglia che abbiamo avuto, la società e il luogo dove abbiamo vissuto, gli amici, i maestri che hanno forgiato, plasmato, inciso e condizionato la nostra mente. I ricordi dell’infanzia sono i più delicati, influiscono maggiormente sulla personalità. «Chi sorride da piccolo, sorride tutta la vita» soleva affermare la madre di Maria Sole.

Ed è vero, un’infanzia serena senza traumi è il viatico per una vita piena, consapevole e leggera. Se poi è farcita di ideali sani e valori importanti il cammino si rivela come una sana passeggiata nel bosco.

Si parte di primavera nelle prime ore dell’alba quando il sole non ancora alto in cielo riscalda tiepidamente i rami degli alberi e le foglie tremolanti ancora cariche di rugiada della notte disegnano lungo il percorso dolci ombre amiche. I sentieri sono molti e non ci saranno indicazioni, ciascuno ha una propria via da percorrere e proprie ombre da scrutare. Alla nascita non vengono rilasciati libretti di istruzioni o mappe da seguire; avremo in mano un quaderno di fogli bianchi sul quale scrivere, disegnare, cancellare e riscrivere, macchiare e pulire, strappare magari e ricominciare su un altro foglio. Nessuno sa quante pagine contenga, ogni volta che lo sfoglieremo avremo l’opportunità di intraprendere un nuovo sentiero e partire per una diversa avventura: dipenderà da noi come la vorremo vivere.

E quando si arriverà all’ultima pagina, dove qualcuno avrà già scritto “fine”, la storia sarà impressa e non sarà più possibile cancellarla né tornare indietro; potremo rileggere ed evocando i ricordi ci accorgeremo di come è stata la passeggiata. Se non avremo rimpianti e rimorsi la fine sarà dolce e rilassante come quando la sera, prima di spegnere le luci, si termina il capitolo di un buon libro: le emozioni emerse durante la lettura si assopiscono lasciandoci sereni, in pace con noi stessi, pronti per un meritato riposo.

Il dono della guarigione


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Matematica per le scienze sociali

Matematica per le scienze sociali cover
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Vincenzo Capasso

Matematica per le scienze sociali

Fisica del comportamento umano

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Matematica per le scienze sociali. Associamo la matematica esclusivamente alla quantificazione e al calcolo, ma ciò che la rende rigorosa e universale è la sua natura astratta. La sociologia invece fa ancora uso di un linguaggio vago, impregnato di ideologie, credenze e opinioni soggettive. L’elaborazione di modelli matematici affidabili può risolvere l’ambiguità del sillogismo statistico, che tanto assilla le ricerche sociologiche.

In questo libro:
• si spiega la vera natura della matematica,
• si indagano le difficoltà della sociologia nel costituirsi come scienza valida,
• si afferma la possibilità di un impiego proficuo della matematica nello studio dei fatti sociali.

Per Galileo non bisogna ricercare una spiegazione fisica dei fenomeni naturali, ma una descrizione matematica. Lo stesso Newton fondò la sua attività scientifica su basi strettamente matematiche evitando qualsiasi tipo di spiegazione fisica.


Vincenzo Capasso biografia

Matematica per le scienze sociali cover

Matematica per le scienze sociali di Vincenzo Capasso

Introduzione

Non è il caso di scomodare quel noto conduttore televisivo che in tarda serata riusciva a catturare l’attenzione di molti telespettatori con le sue domande profonde e circolari sul senso della vita. Benché a volte la vita potrebbe sembrare un sogno, oppure in certi casi un incubo, inseguire un sogno sicuramente aiuta a vivere meglio.

Avrei voluto realizzare tanti sogni, spesso mi sono dato da fare per realizzarne alcuni e, chissà, magari un giorno riuscirò raggiungere l’obiettivo. Ho avuto sempre la ferma convinzione che un sogno, per tenerci sempre impegnati in costanti tentativi di realizzazione, deve essere fondamentalmente irrealizzabile sennò non solo si smette di sognare ma anche di dare il massimo delle energie. La bellezza e la grandezza dell’inseguire un sogno sta più nell’inseguimento in sé che nell’avveramento del sogno stesso.

L’esempio più appropriato è la mia vecchia e grande passione per l’allenamento con i pesi, o il fitness in genere. Cinque anni fa mentre festeggiavo i miei cinquantacinque anni un caro amico mi chiese quali fossero gli obiettivi che intendevo raggiungere nel futuro. Gli spiegai che avevo stilato un valido programma di allenamento (non era vero) i cui risultati però si sarebbero visti solo dopo cinque anni; ma la cosa veramente entusiasmante è che avevo preparato anche un programma di riserva nel caso non avessi raggiunto il mio obiettivo. Ovviamente il programma di riserva avrebbe avuto una durata di altri cinque anni, arrivando così alla fatidica età di sessantacinque anni. Morale della favola: credo che il segreto per vivere bene e il più a lungo possibile – destino a parte – sia avere sempre un sogno da realizzare.

La mia grande passione per la matematica, la logica, la sociologia e per tutte le questioni epistemologiche e filosofiche correlate ha un legame molto stretto con le vicende della mia vita. A tal proposito vorrei accennare solo brevemente ad alcuni fatti autobiografici in quanto occupano una posizione di rilievo nell’analisi di alcune problematiche logiche ed epistemologiche generali, e delle scienze sociali in particolare; in definitiva si potrebbe affermare che quasi tutta la mia esistenza ha avuto a che fare con il problema della verità e la logica, per cui vorrei iniziare a raccontare il nesso tra le vicissitudini della mia vita e il problema della verità. L’obiettivo è dare un fondamento vivo alla vera natura della conoscenza scientifica, ovvero scoprire cosa si nasconde dietro la pura apparenza delle cose; fare emergere in modo inequivocabile la verità, soprattutto quando si tratta di fatti inestricabilmente collegati alla propria esistenza. Ciò che spinge l’uomo alla conoscenza non è solo la semplice curiosità ma anche l’esigenza e il bisogno di risolvere problemi concreti. Dedicarsi alla ricerca scientifica senza considerare il legame con il proprio vissuto personale è uno sforzo che trovo quasi privo di fondamento. In ognuno di noi c’è sempre quella scintilla che fa emergere un grande interesse per cercare risposte ai tanti quesiti dell’esistenza umana e della vera natura della realtà che ci circonda.

Matematica per le scienze sociali


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Per un anno migliore, il valore delle cose

Lottiamo assieme per un anno migliore
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Saremo noi, con le nostre idee, le nostre scelte, a fare del 2023 un anno migliore. Perché cambiare il mondo è possibile e lo facciamo quotidianamente.

Per un anno migliore. Il valore delle cose

FdBooks dal 2016 ha scelto di sostenere una società in grado di condividere saperi ed esperienze, capace di dare un valore alle cose e non solo un prezzo, ovvero in grado di interrogarsi su cosa sia la ricchezza. Siamo al servizio della comunità: crediamo nello scambio, nella gratuità, nel rispetto reciproco.
Vi propongo un esempio pratico.

Mi contatta un Autore, mi dice che ha già stampato pubblicato libri in precedenza. Di norma va dall’ tipografo editore, con il quale si accorda per una tiratura di 200 copie a 2000 euro; il manoscritto non viene nemmeno corretto.
Con FdBooks spenderebbe solo 500 euro per la stampa. Tuttavia non pubblichiamo libri con refusi e forse bisognerebbe correggere il manoscritto: metti un costo di altri 500 euro. L’Autore ritiene questa seconda cifra non necessaria, il libro “va bene così”. Purtroppo non ci accordiamo.
Ecco in definitiva avrebbe speso la metà, ma non è ciò che importa: avrebbe ottenuto un volume pubblicato in tutto il mondo, curato nei dettagli, pure un’edizione digitale e altri servizi gratuiti di cui il libro avrebbe giovato.

Questo aneddoto cosa insegna? Che FdBooks pratica prezzi troppo bassi, evidentemente. Ma è una nostra scelta: far pagare una copia dieci euro quando ne costa due significa non avere rispetto per l’Autore, sfruttarlo. Capisco i diversi modelli di business, ma questo è troppo per un libro nemmeno letto. Offrire servizi gratuiti non è una maliziosa operazione di marketing ma una precisa convinzione che lo scambio fra persone non dev’essere necessariamente regolato dal denaro, e che il dono è un’antica e preziosa usanza: un’ulteriore forma di rispetto che pone l’Autore nelle condizioni migliori per promuovere la propria opera.

Un’ulteriore confusione fra valore e prezzo: diversi Autori regalano copie della propria opera ad amici e parenti, lo fanno perché hanno speso molto poco per la stampa. Mentre regalano i libri credono per quella copia di rinunciare al valore del costo di stampa; non si rendono conto che invece stanno rinunciando al valore del prezzo di copertina, che esprime appieno tutto il lavoro eseguito sul libro oltre alla stampa.

Altri aneddoti

  • Mi è capitato di conoscere Autori che non hanno dato valore ai nostri doni (“se un servizio è gratuito, non vale nulla”) e non hanno fatto promozione alle loro opere pensando che si vendessero da sole.
  • Mi è capitato di non accordarmi per la pubblicazione di un manoscritto perché l’Autore pretendeva che ogni libro fosse da pubblicare NON a pagamento, anche se il testo conteneva evidenti refusi. Gli ho spiegato che ogni lavoro va dignitosamente retribuito, a un prezzo onesto. Ha poi pubblicato altrove un testo squalificante e con terribili recensioni.

Eppure…

  • Mi è capitato di conoscere Autori che hanno capito l’importanza di promuovere la propria opera, hanno seguito con pazienza i consigli e hanno utilizzato una pagina autore Facebook che è diventata sempre più seguita; hanno capito che organizzando presentazioni il libro si diffonde e le vendite aumentano di molto; hanno inteso che non basta pubblicare un testo ma è necessario parlarne in continuazione, dentro e fuori il web.
  • Mi è capitato di accordarmi per la revisione di un manoscritto per un costo di qualche centinaia di euro diviso in un numero di rate che nemmeno il mutuo di casa; però così un Autore in difficoltà economiche ha potuto vedere pubblicata la propria opera, e con la promozione e le vendite ha saldato assai prima del tempo.

Per un anno migliore. Cultura, rispetto, propensione al dono

FdBooks cerca autori che sappiano riconoscere il valore di un dono, che abbiano rispetto per se stessi e per i lettori che incontreranno, che si prendano cura della propria opera con una promozione pur minima ma costante. Preferiamo i best tellers ai best sellers. Siamo sinceramente convinti che solo mettendoci tutti a disposizione dell’altro verrà un bel mondo. Serve cultura, curiosità, capacità di riconoscere il significato di parole e azioni; richiede pazienza e dedizione, cura e rispetto. Ma solo così edificheremo un anno migliore.

Un abbraccio fraterno,

FdB


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La fine del poeta

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Claudio Conforti

La fine del poeta

Il filo sospeso, il baratro atteso

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La fine del poeta

A voi che aprite il cuore
ai miei versi d’amore
lo so, sono parole,
perciò perdonatemi l’errore
di non essere migliore,
di non essere perfetto
come un Cristo eletto,
poiché niente vi prometto.
E non vorrei mai far questa pazzia,
mi ha scelto la poesia
che racconta una vita
che vorrei fosse infinita
annunciandola da profeta,
e invece devo raccontare
di una gioia fine al dolore,
di uno scheletro nell’abito nuziale,
della fine e del male,
di lacrime e sconfitte
e poi ancora della morte.
Perciò non è per scelta mia,
me lo impone la vita,
di fare pure io la fine del poeta.

Mi chiamo Claudio Conforti, sono nato il 12 giugno 1974 a Lamezia Terme in provincia di Catanzaro, dove risiedo tutt’ora.
Sin dalla giovane età ho manifestato interesse per i testi poetici cercando il vero senso della vita, che la teatralità del mondo non spiega. Almeno fino a quando non si prende carta e penna e si comincia a scrivere chiedendosi il perché di ciò che si vede, che viene sì dal cuore ma in verità non è l’amore: quell’amore che si vorrebbe e che certo cambierebbe tutto il male in bene.
Così ho iniziato a tradurre in poesia i miei desideri, le mie esperienze e le mie speranze con il desiderio di suscitare amore soprattutto tra le nuove generazioni, che vedo mosse soprattutto da ambizioni venali che inevitabilmente condurranno a cocenti delusioni, rimpianti e rimorsi per una coscienza mai portata avanti.


Biografia Claudio Conforti

Copertina La fine del poeta

La fine del poeta di Claudio Conforti

Prefazione

A voi che aprite il cuore
ai miei versi d’amore
lo so, sono parole,
perciò perdonatemi l’errore
di non essere migliore,
di non essere perfetto
come un Cristo eletto,
poiché niente vi prometto.
E non vorrei mai far questa pazzia,
mi ha scelto la poesia
che racconta una vita
che vorrei fosse infinita
annunciandola da profeta,
e invece devo raccontare
di una gioia fine al dolore,
di uno scheletro nell’abito nuziale,
della fine e del male,
di lacrime e sconfitte
e poi ancora della morte.
Perciò non è per scelta mia,
me lo impone la vita,
di fare pure io la fine del poeta.

La fine del poeta


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Uomini, cani e tartufi

Copertina Uomini, cani e tartufi
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Luciano Boselli

Uomini, cani e tartufi

La ricerca di tartufi a Bonizzo e Borgofranco sul Po, ieri e oggi

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Uomini, cani e tartufi. C’è molta scienza ma ancora pochi racconti sulle persone che hanno fatto la storia della ricerca del tartufo. Questo libro è un tributo a chi negli anni ha contribuito con passione ed esperienza a esaltare la trifola locale addestrando cani da tartufo e passando dalla raccolta, alla commercializzazione, al suo uso in cucina e nelle sagre.
Le nuove macchine che scavano in profondità il terreno pregno di concimi e veleni hanno quasi estinto i funghi e le tartufaie naturali in golena e nelle campagne. Il tartufo bianco e il tartufo nero stanno scomparendo, anche i sapori sono cambiati.
Bisogna agire subito. Risolvere il problema della sparizione del tartufo significa migliorare la nostra vita. In conclusione quindi alcune proposte: quanta elettricità può produrre l’acqua del Po che viaggia da Torino fino a Venezia? Cosa c’entra con il tartufo?
A corredo del volume le fotografie e i racconti dei trifolin di Bonizzo e Borgofranco sul Po, che ancora chiedono: «Gh’èla?» incoraggiando il cane a una nuova ricerca.


Fotografia di Luciano Boselli
Biografia di Luciano Boselli

Copertina Uomini, cani e tartufi

Uomini, cani e tartufi di Luciano Boselli

Gh’èla?

Gh’èla? [c’è?] è una domanda, un ordine, un’esortazione. In questa espressione è racchiuso il mondo della trifola, ovvero del trifulin e del suo cane. Gh’èla? è una richiesta che esprime il desiderio dell’uomo di scovare al più presto la pepita ma è anche un ordine secco, uno stimolo al cane perché si impegni di più. Un richiamo che, modulato con toni diversi, racchiudeva e racchiude ancora oggi una storia profonda. C’è un’altra espressione che viene intercalata al Gh’èla?, ovvero In du’èla? [dov’è?]. Quest’ultima però è più di base, di preparazione all’evento che si spera maturi.
Il trifulin e il suo cane sicuramente sono gli attori principali di questa scena. Il cane in particolare sa sorprendentemente interpretare tutti gli umori del padrone e, quasi sempre, ne asseconda le richieste. Qualche volta si distrae o fa semplicemente ciò che più gli interessa, però è sempre sincero perché si esprime con i propri atteggiamenti, con gli occhi e maggiormente con la coda, che rimane tra le zampe quando sa – garantito che lui lo sa e se ne rende perfettamente conto – che non sta ubbidendo ai richiami del padrone. Ma la coda che fende l’aria in orizzontale, più o meno velocemente, è anche il primo segnale evidente per comunicare: ci siamo, preparati! Il cuore comincia a battere più rapido, la voce si carica di emozioni nell’attesa che il naso della bestiola affondi decisamente in un punto preciso del terreno. Poi il mulinare vorticoso delle zampe, che creano in pochi attimi uno squarcio nella terra, da dove si sprigiona il profumo della trifola.

Uomini, cani e tartufi


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Raccolta di poesie (1989-2000) di Girolamo Liggio

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Girolamo Liggio

Raccolta di poesie (1989-2000)

Meditazioni del parroco poeta di Corleone

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Raccolta di poesie (1989-2000) di Girolamo Liggio. Questa silloge raccoglie le meditazioni e le composizioni di monsignor Girolamo Liggio, pubblicate in tre diversi volumi dal 1989 al 2000. Versi scritti per essere trasmessi a chi crede nell’amore del prossimo e ha fede in Dio.

Il “parroco poeta” trascrive ciò che il suo animo sente, quello che un buon pastore ascolta dal suo gregge.

  • In Rivoli d’Amore (1989), la prima delle tre raccolte, descrive il bisogno di ricevere affetto da chi lo circonda per continuare il cammino di pastore.
  • Il secondo volume Fiori sparsi (1990)è dedicato alla madre e alle sorelle che lo hanno fatto crescere protetto dall’amore famigliare, orfano giovanissimo, ponendo le basi della sua vocazione.
  • Nel terzo volume La speranza non delude (2000) si rivolge alla gloria di Dio, da cui si sente attratto giorno dopo giorno e a cui ha dedicato tutta la vita.

Completano la silloge le illustrazioni già presenti nelle edizioni originali e una sezione musicale interattiva con alcuni brani composti in occasione del decimo anniversario della scomparsa dell’Autore.


Biografia di monsignor Girolamo Liggio


copertina Raccolta di poesie (1989-2000) di Girolamo Liggio

Raccolta di poesie (1989-2000) di Girolamo Liggio

Introduzione alla presente edizione

L’idea di raccogliere i tre piccoli libretti di meditazioni e composizioni poetiche di monsignor Girolamo Liggio in unico volume nasce dall’avere colto, nella loro spontaneità e semplicità di stile, un tratto comune: la grande partecipazione emotiva e umana da parte dell’Autore ai vari vissuti dell’esistenza umana.
Se scandagliamo con onestà e con magnanimità nel nostro cuore, forse tutti avvertiamo l’esigenza di sperimentare il rasserenamento e l’umile sicurezza, unitamente a un po’ di calore, di comprensione, di amabile e robusta umanità. E monsignor Liggio ci riesce bene. Se dovessimo esprimere il tutto in un verso, riecheggerebbe così: «Dimmi la verità, ma aiutami a vivere con un po’ di gioia».
Rivoli d’Amore, Fiori sparsi, La speranza non delude vengono così posti tra le mani insieme – in modo sommesso, direi quasi con garbo – con l’unica pretesa di essere a disposizione nell’eventualità di chi volesse ascoltare una voce semplice e allo stesso tempo autorevole, piena di benevolenza, con un fermo e forte ancoraggio alla fede, propositiva nella speranza.

mons. Dario Roncadin

Raccolta di poesie (1989-2000)


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A Aventura Humana de Deus

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Frei Vittorio Infantino

A Aventura Humana de Deus

Edição em papel
eBook Kindle


A Aventura Humana de Deus é a experiência de um homem que viveu na Galiléia. Um homem como somos eu, você, todos nós, os filhos da humanidade.
Esta é uma história de criaturas humanas. Nós que, enquanto habita-mos sobre a Terra, somos tão frágeis, somos, como Ele, uma realidade. Nós e Ele somos humanos. Depois de sua viagem na Terra, nossas trevas são transformadas em luz, nossa estupidez em sabedoria, nossa ignorância em conhecimento, a aridez de nossos corações em amor. Não vivemos mais para nós, mas em uma casa comum, como filhos do mesmo Pai.
Esta é a história que Deus escreveu para a nossa maravilhosa pequenez. É somente uma lembrança fascinante, ou um poema gerado por nossas autossugestões? Por acaso, tudo isto poderá, um dia, salvar o mundo com suas complicadas problemáticas, apavorantes mudanças de humor entre o bem e o mal, o ódio e o amor, e a depressão, compa-nheira de viagem em nosso tempo? Crer e viver pelas premissas do Filho do Homem, dilata o nosso coração e preenche a nossa existência e nosso agir com a pacífica onipo-tência de Deus.
Tendo certeza, pela fé, que buscamos o que, realmente, é, paramos de perseguir o que nós desejaríamos que fosse. Pois, a nossa espera é para algo que já foi realizado e que pode se realizar para cada um de nós. Por que o nosso futuro é fruto da Ressurreição de Cristo e tudo isto já é um começo do Paraíso. Não há nada de mais certo.

A Aventura Humana de Deus


Fotografia Frei Vittorio Infantino

A Aventura Humana de Deus

A Aventura Humana de Deus, Frei Vittorio Infantino

O Ser Humano

Esta história tem início a partir do interior do ser humano, para depois encontrá-lo na plenitude de seu ser, em toda sua estrutura humana: corpo, inteligência, afetos, pensamentos, conhecimentos, amores e alma.
A aventura de uma vida é muito real e não pode ser enganada com uma alimentação sem conteúdo, morrendo assim, por falta de nutrição adequada, sem jamais chegar a seu total e completo desenvolvimento. Ela precisa de alimento físico para o corpo, ciência para a inteligência e espírito para a alma.
Desde sempre o ser humano é o centro do universo. Utilizaram-se fórmulas e sistemas religiosos para sua realização no mundo e, assim, tentou-se saciar sua sede de verdade e de vida.
Quando se pergunta “Afinal o que é o homem?”, as mais variadas respostas são dadas, mas quase nunca se chegou a uma definição real e completa, isto é, a uma definição da vida vivenciada e experimentada. Passaram-se meses, anos, séculos, mas tudo acabou no nada. Responde-se simplesmente: a vida é assim.
Certa vez, um filósofo escreveu uma pequena frase para defini-la: “Penso, logo existo”. Pelo fato de eu pensar, percebo que existo, isto é, sou um ser vivo.
Os antigos já se perguntavam, tendo uma ideia mais cósmica e universal, mas ao mesmo tempo, pessoal e existencial.
“Quando vejo os céus, obras de tuas mãos, a lua, as estrelas que o preenchem, eu me pergunto: o que vem a ser um homem mortal para que Tu, o criador, te lembres dele ou, ainda mais, um filho do homem, para vir em busca dele? Tu o fizeste pouco inferior a um Deus e enriqueceste-o com a glória e esplendor, deste-lhe poder sobre aquilo que Tu criaste, para tudo dominar e dirigir a seu fim”.
Porém, esta história não para, pois não se basta. Existe algo mais interior e infinito neste ser que nenhuma destas tantas riquezas pode saciar.
Assim, ainda na antiguidade, os escritores afirmavam: “Como os animais procuram os rios de água pura, assim a minha alma procura a Ti; ó meu Deus vivo! Quando poderei encontrá-Lo?”.
Mas, não é preciso incomodar a história e sua cultura feita de anseios, procuras e, muitas vezes, falsas respostas, incapazes de apaziguar completamente o coração e a inteligência. Esta sede de verdade é e continuará a ser uma fome eterna.
Durante os meus 54 anos de trabalho sacerdotal e missionário, perguntei sempre a todas as pessoas: qual seria o maior anseio que pudesse saciar esta fome de vida? Todos; pobres, ricos, jovens, velhos, homens, mulheres, repito, todos responderam: ser feliz.
Os pais sonham uma vida feliz para seus filhos. Quem ama deseja uma vida feliz para a pessoa amada e assim é para todos. Por isso, todos querem e procuram Deus sem que o saibam e mesmo sem conhecê-lo. Procuram-no, às vezes, até rejeitando ou negando sua existência. Mas, não é somente isto. Uma outra inquietação ou procura aparece no ser humano: saber e conhecer o porquê das coisas, dos acontecimentos e da vida.
Toda criança, quando chega a uma certa idade, começa a incomodar os pais com os conhecidos por quês. De cada coisa quer saber o porquê. Para todos, isto passa despercebido, mas para quem analisa o ser humano nas suas profundezas ou raízes, esta pergunta o leva a considerar as razões da existência.
As dúvidas e perguntas mais profundas irão chegar quando a própria existência golpear-nos: doenças, fracassos, morte e todo tipo de infortúnio. Precisamos das respostas, a menos que queiramos viver como os avestruzes, enfiando a cabeça na areia, à espera do fim. Mas, alguém pode perguntar: “Por que falar disso, sendo que é tudo óbvio e corriqueiro na vida?”.
Aí está o engano! Por que eu penso, preciso ter a percepção clara, não somente do meu existir, mas devo dar, antes de mais nada, um sentido e uma finalidade a todas as coisas e aos acontecimentos, se não quero ser irracional, o que me levaria ao mesmo nível dos animais e até da matéria, pois não saberia dar um sentido à própria existência.

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A Aventura Humana de Deus


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A Aventura Divina do Homem

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Frei Vittorio Infantino

A Aventura Divina do Homem

Edição em papel
eBook Kindle


A Aventura Divina do Homem. Para explicar o sentido e o conteúdo deste livro, basta a exclamação de Santo Agostinho quando descobriu Deus dentro de si mesmo: “Tarde te amei, beleza sempre antiga e sempre nova. Tu estavas dentro de mim enquanto eu te procurava fora de mim, nas coisas exteriores, que nem existiriam se Tu não as tivesses criado!”.
Pois é este o eterno anseio de todo ser humano: o infinito e o eterno. Não sou eu e nem você que inventamos esta fome e esta sede, ela está dentro de nós desde que fomos concebidos no ventre materno. Ela é como a inteligência, nós nascemos com ela; embora a dimensão da nossa alma seja, infinitamente, superior a esta.
Deus não seria Deus se não tivesse como matar a sede da alma; seria como uma mulher que gera um filho, mas não é capaz de alimentá-lo: ela nunca será mãe!
Eis, então, que, na história eterna, Deus não vem em socorro do homem, mas se faz homem e comida para todos. Por isso, em Cristo, o Verbo feito homem, o homem e a criação toda, tomam um rumo que chamamos “Redenção”, onde a vida vence a morte; não precisaríamos de mais nada para que haja uma nova esperança, a qual é certeza de vitória.
A cruz se transforma em remédio que gera a vida, pois naquela cruz do Calvário foi vencido e destruído todo e qualquer inimigo do homem. Pela alma, temos sede e ansiamos pelo Deus infinito, o qual pode matar a nossa sede. Pela fé no Deus feito homem, encontramos o caminho que nos leva até Deus.


Fotografia Frei Vittorio Infantino

cover A Aventura Divina do Homem

A Aventura Divina do Homem, Frei Vittorio Infantino

Introdução

Alguns séculos atrás, o homem Hamlet, de uma peça teatral, apanhando uma caveira do chão e olhando fixo nela, disse aquela famosa frase “ser ou não ser, eis a questão”, que ele apresentava sem resposta.
Antes dele, dois mil anos se passaram, e um outro homem, um simples carpinteiro já havia afirmado, respondendo às perguntas do povo: “Quando eu for levantado na cruz, todos saberão que Eu Sou”. Era Ele também um simples homem, mas afirmou o que Javé, na sarça tinha revelado a Moisés que pediu para Ele revelar o seu nome e assim poder se apresentar ao Faraó do Egito para que libertasse o seu povo de Israel. Diga-lhe, respondeu Deus, que não tenho nome, porque “Eu sou aquele que é”.
Em Jesus, Deus feito homem continua esta história do ser, ou melhor, da existência da vida, seja ela material, quanto espiritual; seja visível quanto invisível.
Quando Jesus afirmou a sua identidade, foi em um momento da sua história sobre a terra, na Cruz, quando tudo parecia acabado e definitivamente destruído pelos homens: destruição no corpo pela flagelação, aniquilamento na alma com as trevas no seu espírito (meu Deus, porque me abandonaste); separação definitiva de todos os afetos humanos, diante de sua mãe que assistia impotente aos pés da cruz; abandono dos seus discípulos, aos quais iria confiar o seu reino; gozação dos sacerdotes e do povo que tanto havia beneficiado e, no fim, a própria morte física, para aquele que afirmava ser a própria vida. Verdadeiramente tudo tinha se acabado. Mas Jesus não havia mentido, pois Ele é, e a ressurreição testemunhou a veracidade da sua afirmação.
Diante disso o que se propõe a cada um de nós então, não é mais a pergunta sobre o ser ou não ser, senão algo mais pessoal e íntimo para a identificação da nossa existência: crer ou não crer, eis a questão.
Cada um de nós recebeu a vida gratuitamente, pois nós não éramos e alguém, nossos pais que possuíam a vida biológica, nos transmitiu esta vida, trazendo-nos do não existir para a vida na terra.
Em Cristo, Deus feito homem, somos gerados do não ser para a existência em Deus, vida eterna e divina. Por isto, Santa Teresinha na hora da sua morte biológica dizia: “Não morro; entro na vida”, ela que na sua vida breve sobre a terra tinha vivido na fé daquele que tinha se proclamado “Eu sou a vida”.
Nós também, pelo batismo, somos enxertados nesta vida de Cristo. Mas para tanto é preciso crer que isto é verdade. É como quando descobrimos que possuímos uma inteligência e a desenvolvemos através do estudo até adquirir uma capacidade intelectual ou manual, assim também será para aqueles que acreditam na presença desta vida de Cristo em cada um de nós. Viveremos para que esta vida se desenvolva e chegue à plenitude para poder dizer com São Paulo: “Não sou mais eu que vive, mas é Cristo que vive em mim”. Assim também nós poderemos dizer: “Eu sou, porque Aquele que é, vive em mim, e eu sou, porque Ele é”.
Através das páginas deste livro, em parte traduzidas e em parte ampliadas para uma melhor compreensão, poderemos traçar para nós o perfil da nossa fé, sempre com a presença da Graça de Deus e do Espírito Santo que além de ser a presença de Deus em nós, é também o nosso guia que nos conduz pelos caminhos da Vida.

Aventura Divina do Homem


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Evangelho de Paulo

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Frei Vittorio Infantino

Evangelho de Paulo

Revelado por Cristo ao Apóstolo dos gentios

Edição em papel
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“O que é o Homem, para que Tu, oh Deus, te lembres dele, reza o salmo; o fizeste pouco inferior aos anjos, mas o coroaste de honra e glória”.


Evangelho de Paulo. Este é o grande mistério do homem Jesus, o Cristo, isto é, o ungido e o ponto final de toda a criação e da história. Será a revelação deste mistério escondido durante séculos que fará de Saulo, o perseguidor e justiceiro em nome de Deus, o maior apóstolo de todos os tempos.
Nós todos que não pertencemos ao povo escolhido de Israel, devemos a ele, agora Paulo, o dom precioso de nossa fé em Cristo. Se fomos salvos pelo sangue de Cristo, devemos a Paulo o dom do anúncio deste mistério; foi ele que sacrificou a sua vida para nos transmitir o que viu, ouviu e experimentou na sua pessoa, quem realmente é este Jesus, o carpinteiro: Filho de Deus, mas também da humanidade, a qual pertencemos.
“Quando Deus quis revelar Cristo em mim”, será o seu testemunho; este Cristo em cada um de nós, esperança de nosso futuro, é o seu Evangelho. Este livro quer ser o meu e, penso, o vosso agradecimento a Paulo que nos revela esta verdade.


Fotografia Frei Vittorio Infantino

Evangelho de Paulo

Evangelho de Paulo, Frei Vittorio Infantino

Introdução

Com certeza, uma ou outra pessoa irá se perguntar por que outro livro sobre Paulo de Tarso, quando já existem inúmeros com qualidade maravilhosa, seja no plano teológico seja no histórico.
De fato, a finalidade deste livro é exatamente redescobrir a verdade revelada por Jesus a Paulo sobre a pessoa d’Ele mesmo, o carpinteiro. Isso se quiser definir este texto como “livro”, pois eu não sou um escritor, mas alguém que busca a verdade seja nos acontecimentos como nas pessoas, começando por mim mesmo.
Por isso buscaremos nos fixar no acontecimento do anúncio feito por Paulo e descobrir o segredo deste acontecimento: antes de qualquer coisa, saber de tudo o que ele pregava e depois descobrir a fonte de onde vem todo o seu conhecimento.
1 – Nós nos perguntamos o porquê de Paulo ter ido anunciar Cristo aos pagãos, os quais não conheciam as Escrituras, enquanto seria muito mais fácil anunciá-Lo aos judeus, que já O esperavam havia milhares de anos. De fato, ele começou, logo depois de sua conversão, falando nas sinagogas, para os judeus, mas quando estes não o aceitaram e o expulsaram, foi anunciar Cristo aos pagãos.
Pode parecer então um simples acontecimento que o levou a esta missão; mas não foi bem assim. Não foi uma escolha dele, mas do Espírito Santo, o qual tinha falado: “Deixem de lado Paulo e Barnabé para uma missão, para a qual Eu os destinei”. Os momentos históricos são simples circunstâncias que revelam os projetos de Deus.
Antes, porém, Deus tinha preparado Paulo através de suas revelações.
Aos apóstolos, Jesus, aparecendo na sua pessoa humana, ainda não tinha revelado a sua identidade divina, embora o tivesse sempre afirmado a eles e ao povo: ”Eu sou o caminho, a verdade e a vida; quando for levantado na cruz, todos saberão que eu sou e atrairei todos a mim”, e assim foi em outros momentos. Por isso os apóstolos podiam somente anunciar que o homem Jesus era o Messias prometido nas Escrituras, e para os judeus isto era suficiente, se quisessem acreditar.
Para os pagãos era muito diferente. Eles não sabiam nada das Escrituras e das profecias sobre Jesus, por isto, o próprio Jesus, como descobriremos mais adiante, revelou-se a Paulo, manifestando-se como Ele é, antes de qualquer coisa, Deus, mas sendo também homem, como Deus entra em comunhão com todo ser humano e com o universo criado, realizando assim a salvação que seus deuses não conseguiam alcançar; pois também os pagãos, começando pelos romanos esperavam um salvador: isto se encontra nos escritos e poemas deles.
Sobre este assunto é suficiente o que escrevemos, pois veremos o resto ao longo do livro.

Evangelho de Paulo


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Maurizio Spadaro

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Piccoli gesti che salvano la montagna

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Edizione digitale


All’ombra della rosa canina. La montagna può ispirare le nostre scelte. Comprendere l’ecosistema e la sua biodiversità porta alla consapevolezza del nostro ruolo in natura.
L’Autore racconta l’incontro con l’orsa Yoga tra le montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo, i pericoli che l’animale affronta e la sua lotta per la sopravvivenza. Descrive le emozioni provate con ricordi, fotografie e disegni.
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La caccia

Ho saputo da alcune guardie che alcuni cacciatori sparano anche ai gatti.

Una frustrazione da preda mancata, in altre parole non avendo un animale selvatico da uccidere ripiegano su gatti, galline e cani randagi: il felino è quello che più degli altri ne paga le spese.

Aver speso soldi per comprare cartucce e non aver trovato l’ambita preda porta tanta abominevole frustrazione.
In passato le prede più desiderate erano le più grosse, alta selvaggina da pelo quale cervi, daini, caprioli, cinghiali, lepri etc. Purtroppo certi massacri, privi di vigilanza, hanno portato all’estinzione quasi totale di orsi, lupi e della lince. Animali caduti sotto i fucili o morti di fame per mancanza di prede naturali.
Anche i camosci sono stati sterminati fino all’estinzione totale, stessa sorte è toccata alle aquile, alle poiane, ai falchi e ai piccoli predatori. I cacciatori sparavano e sparano a quasi qualsiasi cosa; una volta ho soccorso persino una cicogna impallinata da diversi proiettili, una scena orrenda. Ogni specie è legata all’altra, ogni genere di animale per vivere ha bisogno di un altro animale.
Il mondo ecologico è una grande catena naturale, tutto sembra andare verso la direzione di una totale estinzione per colpa dell’indifferenza e della caccia. L’animale selvatico è sempre a rischio estinzione e non esiste prospettiva diversa per il selvatico, i numeri parlano chiaro. Lo sanno i rinoceronti, gli elefanti, i leoni africani e le tigri del Bengala.

Basterebbe un virus, un ceppo dannoso difficile da debellare, una malattia nuova di animali domestici o magari trasportata sotto i nostri scarponi e il numero di animali selvatici si ridurrebbe drasticamente cadendo in un baratro irrisolvibile.
La convivenza conduce ai livelli più alti dell’etica e rappresenta l’obiettivo di ogni evoluzione. Finché non smetteremo di fare del male agli altri esseri viventi resteremo dei selvaggi.
Ancora oggi ci serviamo di uno strumento a disposizione chiamato reintroduzione in natura. Esemplari allevati in banche genetiche o addirittura in giardini zoologici.

Sono progetti scientifici lunghi e complessi che richiedono un grande sforzo economico, tuttavia dovrebbero coinvolgere e sensibilizzare anche le popolazioni locali, sono loro i più interessati. Gli esseri viventi nati e cresciuti in cattività non sono affidabili, hanno un altro comportamento rispetto a quelli selvatici, sono una forma atipica e in natura morirebbero di fame. La conservazione e la salvaguardia della specie nel suo habitat è l’unica risorsa disponibile e nobile.
Anche il bracconaggio (ancora oggi diffusissimo anche all’interno delle aree protette) ha portato al collasso di molte specie scombussolando e danneggiando la catena alimentare dei grandi mammiferi.
La presenza dei selvatici in un’area altamente fruttuosa come quella dei Parchi deve essere sempre sottoposta a una continua vigilanza.

Sono necessari interventi mirati di controllo per ricreare il giusto equilibrio e far riemergere la generosa produttività faunistica, misure capaci di riportare all’apice della catena alimentare il predatore: solo così si avranno proporzioni stabili.

Ciò che invece continua a persistere sono le solite supposizioni che tali equilibri debbano essere raggiunti con scelte sbagliate: inutili battute di caccia che purtroppo con gli anni hanno assottigliato e continuano a immiserire le prede primarie portando i controllori della stabilità naturale come i predatori a morir di fame o migrare verso zone esterne vicine, talvolta troppo vicine all’uomo e alle sue attività.
Per alcuni la caccia svolge un ruolo di gratificazione, un senso di potenza mentale appagata solo da superficiali congetture e dalla credenza che basti sostenere che l’uomo stesso è parte della natura per giustificarlo. Il cacciatore di oggi sposa solo a chiacchiere l’etica ambientalista senza considerare lo spreco di carne inutile: esseri viventi uccisi e massacrati per essere poi lasciati a marcire nelle riserve di caccia (come nel caso di cinghiali, cervi o caprioli). Questo si chiama disturbo ecologico perché disturba i predatori e porta alle estreme conseguenze la lotta per la sopravvivenza. Questa è la caccia!

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