Achille Di Giuseppe vive a Ferrara, dove è nato nel 1955. Lavora come progettista, collaudatore di impianti industriali e come insegnante. Subisce un gravissimo investimento nel 2010 e dopo una dolorosa riabilitazione rimane tetraparetico. Ora tiene corsi volontari di approfondimento tecnico nelle scuole superiori, nonché incontri pubblici su disabilità e sicurezza sulla strada.

Lost Paradise di Achille Di Giuseppe
Prefazione
L’unico comune denominatore di questi racconti è l’inspiegabile, l’insolito, la presenza insomma di qualcosa non decifrabile razionalmente.
L’Autore si muove in quella zona d’ombra in cui la razionalità vacilla e, suo malgrado, sente il dubbio divenire inquietudine e poi paura – se non terrore – di fronte a ciò che pur apparendo impossibile lentamente lo circonda e lo avvolge come una tela di ragno in un’unica ambientazione: la Seconda Guerra mondiale; dai boschi delle Ardenne del racconto L’ultima città degli uomini agli oceani di Il viaggio dell’U333 fino ai cieli dell’Europa occupata dai nazisti di Lost Paradise.
Perché proprio la guerra come sfondo?
Forse perché solo nei momenti in cui è in gioco la vita, l’uomo si rivela per ciò che è davvero; nel bene come nel male. La guerra come cartina di tornasole della verità ultima e nuda dell’animo umano. Insomma, tre racconti “in guerra” ma non “di guerra”; la guerra come pretesto, come drammatica condizione di estrema umana precarietà, come straniamento all’apparire dell’inquietante, dell’irrazionale, di quanto forse vive da sempre nella nostra mente – per lo più sepolto e accuratamente represso – sino a quando non vi siano le condizioni perché emerga in tutta la propria carica disgregatrice.
Cap. Hans Bremen, ex Comandante dell’U333.
Bremerhaven, Germania, 21/02/2010.
Anche nella prefazione, come si vedrà in seguito, appare qualcosa di inquietante…
Hans Bremen
Achille Di Giuseppe