Barbara Gherman è nata nel 1957 a Ferrara, dove risiede con la famiglia e lavora come agente immobiliare. Ha pubblicato la raccolta di poesie Uomo, natura… e stelle (2001), con la quale ha vinto alcuni premi. Ha poi concepito questo originale progetto narrativo che include relazioni d’amore, problemi familiari, tematiche sociali ricorrenti nella vita quotidiana, con qualcosa di misterioso, inspiegabile. Per raccogliere le diverse storie di vita ha ideato due ascoltatori particolari: Gianni e Anella, gestori della pensione che accolgono i clienti in un ambiente familiare e ascoltano le confidenze e i problemi dei loro ospiti.

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Nella collana La Pensione di Gianni e Anella


B. Gherman, "La libertà del mare"

La libertà del mare di Barbara Gherman

Prologo

Chiara chiuse la lampo del giaccone fin sotto il collo, fece scivolare la sciarpa sui ricci capelli scuri e la tenne stretta sulla bocca lasciando scoperti solo gli occhi bruni.

Quel pomeriggio di fine novembre il vento gelido era impietoso sulla banchina di Porto Garibaldi, s’infilava sotto l’orlo dei pantaloni, dentro il giaccone, gonfiava la sciarpa e scendeva dal collo lungo la schiena, provocando a Chiara lunghi tremiti di freddo.

Camminando verso il faro senza alcun riparo, si chiese per l’ennesima volta perché fosse venuta, perché avesse accettato di incontrare quell’uomo misterioso e intrigante conosciuto al telefono. Mentre passava accanto alle imbarcazioni attraccate al molo vi guardava all’interno, domandandosi se potesse esserci qualcuno: parevano tutte vuote. Più avanti scorse una bella barca a vela, ben curata, e le parve di vedere una sagoma muoversi dietro i vetri.

Ebbe un fremito di paura e si arrestò. Ci fu un solo attimo di esitazione, poi i suoi piedi cambiarono percorso e la condussero verso la spiaggia, scavalcando pericolosamente la barriera di scogli che divideva il lido dal molo. Si sedette sul masso più basso come a nascondersi, aspettando che il cuore rallentasse i battiti. Si arrampicò un po’, facendo attenzione a rimanere nascosta, solo per vedere se da quella imbarcazione fosse sceso qualcuno. Era lui? L’avrà vista? Attese ancora qualche minuto, poi corse verso lo stabilimento balneare più vicino, imboccò la strada parallela al molo e si diresse velocemente verso la sua macchina.

Aveva appena acceso il motore, decisa a tornare a casa, quando squillò il cellulare.

«Ciao piccola, dove sei?» chiese una voce maschile familiare.

«Ciao marinaio, sono ancora a casa» mentì d’impulso.

«C’è un vento terribile e fa molto freddo, credo sia meglio che tu non ti metta in viaggio, rimani dove sei» disse lui con affettuosa premura.

Ci fu un lungo silenzio. Fu l’uomo a spezzarlo.

«Se sarai ancora d’accordo, ci incontreremo tra qualche mese. Nei prossimi giorni, appena il vento si placherà, intendo partire per svernare nel mio solito porticciolo calabrese. Ho già un lavoro che mi aspetta – s’interruppe, attese che Chiara dicesse qualcosa, poi continuò – Peccato che il tempo non sia stato favorevole! Ho tanta voglia di conoscerti di persona, di poter verificare se sei veramente come ti immagino…».

«Sì, anch’io sono dispiaciuta, sarebbe stato bello poterti finalmente vedere; ma hai ragione, non me la sento di uscire con questo tempo – continuò a mentire Chiara – Ti auguro buon viaggio! Continueremo a sentirci in attesa del tuo ritorno. A presto, marinaio!» concluse in fretta.

«Ciao piccola, ti chiamo stasera» la salutò lui con dolcezza.

Barbara Gherman


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