Graziano Natale Portesan

Graziano Natale Portesan nasce nel 1943 a Canale di Ceregnano (RO). Nel 1958 migra a Canale (CN), dove da apprendista diventa dirigente e poi Maestro del Lavoro. Dal 2004 al 2014 è stato presidente della casa di riposo di Canale.


Memorie di un programmatore copertina

Memorie di un programmatore di Graziano Natale Portesan

Introduzione. Ricordo di mia madre

È il 23 dicembre, giorno del mio compleanno. Mia sorella Sandra mi chiama al cellulare non per farmi gli auguri ma per dirmi che mamma è peggiorata e chiedermi di passare a farle visita; da quando l’Alzheimer si è preso la sua mente, vive nella casa di riposo dove Sandra opera come oss, scelta praticamente obbligata per garantirle un’assistenza continua e qualificata.

Chiedo se devo attrezzarmi per trascorrere la notte con lei.

«No, sono di turno. Tu passa solo per un saluto, anche se probabilmente non se ne accorgerà nemmeno».

Salgo in auto, la casa di riposo dista quindici chilometri dalla mia e ricordo il racconto della mamma a proposito del suo secondo viaggio a San Giovanni Rotondo. È stata donatrice Avis (medaglia d’argento, mancavano poche donazioni per ottenere quella d’oro). Ha partecipato a tutte le gite dell’associazione per visitare i santuari di mezzo mondo, però padre Pio le è rimasto nel cuore. Mentre sentiva il peso degli anni, nell’ultimo incontro durante una preghiera ha chiesto come avrebbe concluso la propria vita. «Non preoccuparti, quando sarà l’ora te ne andrai con la benedizione del Signore» è stata la risposta di padre Pio.

Mi viene spontaneo chiamare don Gianni, con il quale ho un ottimo rapporto, parroco di Canale. Strani scherzi della vita: sono nato a Canale di Ceregnano a Rovigo e vivo a Canale di Cuneo, due paesi con lo stesso nome ma lontani quasi quattrocento chilometri. Gli chiedo se può dedicarmi qualche ora per far visita a mia mamma: risponde che ha tempo, posso passare in canonica a prenderlo.

Mezz’ora dopo entriamo nella camera di mia madre. Lei ci guarda entrambi e forse capisce tutto perché vedo il suo viso rilassarsi e scorgo una luce diversa nei suoi occhi. Don Gianni le impartisce la benedizione degli Olii Santi, al termine della quale mi resta la sensazione che mamma non aspetti altro. Morirà un mese dopo con il sorriso sulle labbra fra le braccia di sua figlia Sandra.

Sulla strada del ritorno don Gianni mi guarda e con un cenno d’intesa chiede: «Presidente, sarò indiscreto, ma posso chiederle alcune cose?».

«Don perché mi chiami presidente e mi dai del lei?! Non siamo mica in Consiglio. Comunque chiedi pure».

«Come presidente della casa di riposo di Canale ti firmi con il nome di Natale, mentre gli amici ti chiamano Graziano. Questa sera poi ho notato che porti lo stesso cognome di tua mamma: come mai?».

«Don è una storia lunga, ma se mi inviti in canonica per un caffè e se hai voglia di ascoltare… – poi aggiungo – E lo sai come la penso: non sono affatto ateo, ma in chiesa mi vedi poche volte. Ti devo ringraziare di cuore per ciò che stasera hai fatto per mia madre e per me. Ci vediamo alla casa di riposo per gli auguri di buon Natale». Don Gianni mi guarda, sorride, mi tende la mano e chiede: «Presidente quando mi racconta il resto?».


Graziano Natale Portesan


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