Marinella Cimarelli nasce nel 1954 a Jesi. Ha dichiarato l’amore per la sua città con raccolte di poesie dialettali, saggi su storia e tradizioni locali e di recente con brevi rappresentazioni teatrali. Ha conseguito numerosi premi letterari e nel 2019 la menzione speciale al Premio Cumani.

Un viaggio lungo una vita di Marinella Cimarelli
Il fiume scorre lento e i salmoni non saltano
Eccomi qua, sono un’Assistente Sociale giunta in prossimità della pensione e voglio raccontarvi un po’ di me, del mio lavoro e del mio viverlo nella pienezza di un ‘dare’ che non ha mai preteso di ‘riavere’ in cambio qualcosa, se non la soddisfazione dei buoni risultati e l’orgoglio di averli raggiunti.
Nel lontano 1972 mi diplomai come Insegnante Elementare al vecchio Istituto Magistrale.
Ero molto brava; ne sapevo di latino e matematica, fisica e scienze, psicologia e filosofia.
Quando fu il momento di scegliere la strada per il mio futuro seguii il consiglio di mio cognato, Psichiatra di una Struttura Manicomiale della nostra Provincia.
Erano gli anni in cui la Legge Basaglia stava preparando il terreno per la chiusura dei Manicomi tra l’entusiasmo di molti, la rassegnazione di alcuni e la contestazione di altri.
Mi ritrovai dunque a frequentare la Scuola per Assistenti Sociali, con specializzazione triennale.
La laurea nacque solo nel 2001 a Trieste, presso la Facoltà di Scienze della Formazione, ed io la conseguii.
Avevo al tempo 47 anni, ricordo che lavoravo in Ospedale di giorno e studiavo e viaggiavo di notte, percorrendo con il treno un tragitto di circa 300 chilometri.
Lo sforzo che dovetti compiere fu immane.
Ricordo la fatica di rimettermi sopra i libri, dare gli esami scritti ed orali, eseguire i tests, prendere gli appunti, registrare la mia voce che narrava il sunto di tomi da 400/500 pagine.
Fui però ampiamente ripagata poichè la preparazione, della quale non ero sicuramente carente sino a quel momento, si arricchì di nuovi contenuti e conoscenze dettagliate sulle problematiche emergenti di una modernità sempre più complessa, che da lì a pochi anni sarei andata ad affrontare.
Primo fra tutti il fenomeno dell’immigrazione.
Da quell’osservatorio privilegiato che è il Servizio Sociale sempre attento i bisogni, alle richieste di aiuto e sostegno provenienti da ogni lato, con implicazioni più o meno gravi delle capacità degli utenti di far fronte alle problematiche, come ero abituata a vedere da qualche decennio, mi accingevo così a compiere l’ultimo tratto del percorso lavorativo che trascorsi ben 40 anni oggi mi porta ad un passo dalla pensione.
Ed è sempre stupore, incanto, meraviglia constatare che questo pullulare di persone in difficoltà mi ruota intorno come una galassia piena di stelle; alcune si accendono, altre si spengono, nascono nuovi mondi…ed il florilegio della vita continua.