Paolo Marzocchi (1990), leone, terrone, cinefilo, regista, divulgatore di emozioni e soprattutto umile inquisitore dell’amore, nonché suo cultore. La scrittura è sempre stata il suo salvavita nelle giornate senza luce. Dialoga d’amore mediante l’onirico (che è proprio del cinema) e l’educazione (che è propria delle parole). L’unico modo per sopravvivere all’amore è raccontarne i demoni, condividerne le ansie e le paure, sradicarle dal personale e farne nutrimento per gli altri.




D’amore e d’altre paure di Paolo Marzocchi
Poesie per chi sa amare
Poesie d’amore,
poesie di fede,
poesie di passioni,
poesie di paure
e poesie di tormenti;
è nella poesia che io mi faccio sentire,
perché riesco ad urlare
le mie inquietudini al mondo
e lo faccio con eleganza e violenza.
Scrivere vuol dire armonizzare quel groviglio di pensieri
che ci abita la testa e il cuore,
scrivere vuol dire rendere l’amore un sentimento più educato,
scrivere vuol dire farsi del male per ritrovare la quiete,
scrivere vuol dire appiccare un incendio e rinascere,
perché in una poesia
c’è aria, c’è fuoco, c’è acqua, c’è terra.