Marcel Le Blanc
La donna ha dato inizio al baratto
Un sistema politicamente scorretto, eticamente corrotto
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La donna ha dato inizio al baratto. Un salto a ritroso nella storia per chiarire l’invenzione del baratto, la nascita della prima teoria economica, la creazione del denaro e quale ruolo abbia avuto la donna in tutto questo.
«Marcel è indubbiamente preparato in materia, ma è un grandissimo adulteratore delle materie economiche e storiche, che manipola e modella secondo una sua visione del mondo. Preciso inoltre che nella sua visione non vi è nulla di attendibile in merito all’argomento, ma solo una illimitata capacità di creare neologismi».
prof.ssa Gemma
«L’Autore, confortato dalle letture di opere di filosofi ed economisti, con dovizia di citazioni e riferimenti letterari ripercorre passo dopo passo la trasformazione del baratto in qualche cosa di diabolico. La domanda è: chi ha dato inizio a tutto questo? La risposta si trova nella famosa frase di Alexandre Dumas: “cherchez la femme”.
Graziano Portesan

La donna ha dato inizio al baratto di Marcel Le Blanc
Nota dell’Autore
Cari amici uomini, il vostro mentore è tornato. Devo dare ragione alla mia collega e poco amica Maria, quando avvertì il sottoscritto che l’argomento donne non sarebbe bastato per un solo libro: aveva ragione. Quindi care donnine benvenute nel terzo pamphlet della saga, dopo La donna vista attraverso la lente dell’uomo (2019) e La donna risorsa umana del capitalismo (2022) ecco un nuovo scritto su un tema economico: il baratto.
Chi di voi ha imparato a leggere fra le righe dei mei scritti è consapevole della radice ontologica del pensiero marcellien: potere all’uomo.
Malauguratamente le voci che si levano a critica verso la donna non contestano mai i principi universali dei loro valori; al contrario gli uomini nutrono l’inconscio desiderio di accettarli. Leó Szilárd sintetizza al meglio il pensiero, sostenendo che «Siamo liberi di dire ciò che pensiamo per il semplice fatto che non pensiamo mai quello che non siamo liberi di dire». Ragion per cui non siamo considerati una minaccia dalle donne.
Come per Michelangelo la scultura era un assalto alla pietra che doveva essere addomesticata e sottomessa alla volontà dell’artista, i miei scritti sono lo scalpello nelle mani dello scultore; sta a voi cari amici uomini saperlo utilizzare. Recitava il grande attore Massimo Troisi: «Sono responsabile di ciò che dico, non di cosa capite».
Se un libro viene criticato, la prima domanda che si pone lo scrittore è dove ha sbagliato. In effetti mi interrogo su eventuali errori e nel limite del possibile cerco di porre rimedio. Ma quando le critiche si trasformano in azioni che a volte risultano violente si ha l’impressione di aver intrapreso la strada giusta. Dalle reazioni a volte anche intimidatorie si comprende infatti che sono stati toccati nervi sensibili.
Anzitutto una precisazione. Come anticipato nel primo libro, è evidente che la donna è riuscita a calpestarsi ambedue i piedi contemporaneamente; è proprio su questo argomento che cerco, non di correggere, ma di intensificare l’attività. Ancora una volta le critiche non hanno fatto altro che farmi comprendere di aver trascurato particolari quasi impercettibili che erano passati inosservati. Sulla causa promossa contro di me si apre una luce: in eventi di portata universale, per arrivare alla verità è necessario avanzare ipotesi fondate.
Ancora una volta grazie. Un caloroso abbraccio care donne per avermi dato spunto per un nuovo libro, vi amo!