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Certamente siete appassionati di Vampire diaries, la serie tv trasmessa su Italia 1 e La5 tratta dalla fortunata saga editoriale Il diario del vampiro (The Vampire Diaries), concepita da Lisa J. Smith.

L’autrice fu scelta nel 1990 dallo studio editoriale Alloy Entertainment per scrivere su commissione una serie di libri sui vampiri in amore. Lo studio editoriale fa ricerche di marketing, individua un buon prodotto da poter vendere alle case editrici, assume un ghostwriter a basso prezzo, impagina il tutto e poi vende il pacchetto finito (book-packaging).

L’autrice ricevette l’incarico di scrivere tre romanzi in nove mesi, dunque un romanzo ogni novanta giorni. Editorialmente parlando, circa 100 cartelle a libro. Su per giù, una pagina al giorno per nove mesi.

Chiaramente non è facile esprimere la propria creatività con questo ritmo di scrittura, dunque meglio lasciare spazio ai fatti – i baci, gli omicidi, le vendette – e far sì che stereotipi e pregiudizi si insinuino a condire il contesto del romanzo, senza pensarci troppo. In fondo il lettore selezionato (target) non desidera esperienze nuove, ma una sostanziale conferma delle proprie attese. Una saga che vale per come viene fruita, non per il messaggio che vorrebbe insegnare. E vale parecchio.

I nomi dei protagonisti scrivono la trama del romanzo:

  • Elena è la donna contesa;
  • I fratelli Salvatore, di cui ovviamente Damon è il più cattivo, aiutano Elena;
  • Bonnie è la ragazza dalla carnagione chiara (ingl. bone, osso);
  • Matt Honeycutt è il ragazzo dal taglio carino;
  • Katherine Von Swartzschild è l’antagonista di Elena, alla quale assomiglia (difatti Caterina ha diversi possibili significati: una delle due; dono di Ecate, divinità tramite tra i vivi e i morti; è un riferimento a Heket, divinità egizia della rigenerazione etc.). Ovviamente la nobile famiglia che ebbe la sfortuna di generare una figlia poi divenuta vampiro ha per nome Swartzs (nero) –child (figlia).

Detto questo, possiamo cominciare a leggere le frasi più belle, alcune citazioni tratte dal primo libro: Il diario del vampiro. Il risveglio.

Riguardo alla forma, mi limiterò a questa osservazione:

Con un bagno caldo e un po’ di caffè mi calmerò, pensò.

Abbastanza buono da mangiare, pensò.

Non si nota l’assenza di punteggiatura?

Ora siamo all’inizio del romanzo. Elena si veste per recarsi a scuola:

Alla fine optò per un top rosa pallido e calzoncini di lino bianchi abbinati che la facevano sembrare un gelato panna e lampone.

Il lampone, nella mente dell’autrice, è di colore rosa pallido.

Poi Elena uscendo di casa nota su un albero un corvo torvo, grande quanto un corvo normale, solo un po’ «grassoccio e lucido». Poiché si sente intimorita dal nero volatile, pensa di allontanarlo scagliando rabbiosamente un sasso:

Ci fu un tramestio di foglie, ma il corvo si alzò in volo illeso.

Le ali erano enormi e rumorose come un intero stormo di uccelli.

Elena si accovacciò, improvvisamente terrorizzata mentre il corvo volava direttamente sopra la sua testa e l’aria spostata dalle sue ali le arruffava i capelli biondi.

È un corvo solo un po’ più grosso del normale e non subisce alcuna trasformazione (Elena non è Harry Potter). Ma le sue ali di colpo sono enormi e rumorosissime; come uno stormo di uccelli, che tra l’altro non mi pare faccia un grande rumore di ali…

Inoltre, l’aria mossa dal corvo è in grado di scompigliare i capelli di Elena. Solo che poco prima è scritto:

Elena spazzolò ancora una volta i capelli lisci come seta e li legò dietro con un fiocco rosa scuro.

Bene, il battito di ali di un corvo di dimensioni normali è riuscito ad arruffare i capelli legati di Elena.

Uh, un’ultima osservazione. Ciò che atterrisce Elena è soprattutto lo sguardo del corvo:

Era così immobile che poteva essere un uccello di cera quello appollaiato lì. […] La guardava come facevano i ragazzi quando indossava un costume da bagno o una camicetta trasparente. Come se la spogliasse con gli occhi.

Ecco, eleganza stilistica a parte («quello appollaiato lì»), siamo di fronte all’unico caso di corvo espressivo. Difficilissimo quando hai la vista laterale, ti manca il naso e non hai labbra.

Un’ultimissima nota, poiché non si vorrebbe in questa sede dover riflettere sul libro intero. La regia dell’autrice sposta la nostra attenzione da Elena a Stefan, che si nasconde nel bosco per poter succhiare non visto il sangue di un coniglietto. Stefan riflette sul fatto che per nutrirsi ha dovuto ammazzare un innocente animaletto, e l’alternativa sarebbe stata l’omicidio.

[Stefan]: Ma, naturalmente, questo era proprio ciò che lo spaventava: non sapere mai quanto sarebbe stata forte la fame, o cosa avrebbe dovuto fare per saziarla. Era fortunato ad aver ucciso solo un coniglio stavolta.

Il lettore presto saprà che Stefan è un vampiro fiorentino del 1500, ora di stanza in Virginia. Nonostante siano più di cinquecento anni che Stefan abbia rinunciato a bere sangue umano e si costringa a uccidere coniglietti, ancora si fa scrupoli. Evidentemente, un trauma difficile da superare.

Correte quindi a comprare tutta la saga di Vampire diaries, divertitevi a trovare le differenze fra il libro e la serie tv. Se non avete tempo, cliccate pure qui.

Oppure, se non vi atterrisce l’idea che a rubare la vostra vita potrebbe essere proprio vostro figlio, leggete I Divoratori, di Annie Vivanti.

FdB


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