Imma Venturo
Saziare la bulimia
Diario sincero del mio percorso di cura
Edizione cartacea
Edizione digitale
Saziare la bulimia. La bulimia è un parassita che condiziona l’intera esistenza. Nel 2002 sono entrata in un Centro per la cura dei disturbi alimentari, questo è il diario delle mie esperienze. Qui racconto in che modo, per guarire da questa malattia, mi son dovuta mettere in discussione, sempre, per capire chi sono realmente. Confrontandomi con altri ho compreso molto delle cause della bulimia, per primo il rapporto difficile con mia madre.
Pubblico la mia testimonianza, sperando possa aiutare a sopportare il peso di questa malattia per chi ne soffre e per i loro cari.
L’edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull’autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.




Saziare la bulimia di Imma Venturo
Primo capitolo
Potenza, gennaio 2002
Perché mangio come un maiale, mi riempio, mi faccio del male, senza avere un reale senso di fame? So che non è fame, so che il mio atteggiamento nasconde qualcosa di più profondo. Quante diete fallite! Ma il problema è con me stessa, devo capire perché ho questi improvvisi attacchi di fame.
La caratteristica principale di una persona bulimica è che vuole avere il consenso di tutti, desidera apparire brava in ogni cosa. Ma mostrando la propria vera natura si rischia di perdere tutto, quindi si continua a vivere portando una maschera dietro la quale si nasconde una sofferenza mai dichiarata… anche con il sesso: sono come tu mi vuoi ma non mi lascio andare completamente, altrimenti rischio che tu mi possa lasciare se vedi realmente come sono. La paura dell’abbandono è forte, è associata al non accettarsi.
Non è molto semplice spiegare le dinamiche che si scatenano durante un attacco di bulimia. Scatta tutto in un attimo, basta un pensiero, un’azione, un atteggiamento, ed eccolo lì pronto a prenderti sottobraccio. Sei catapultata in un’altra realtà, incapace di fermarti, ingerendo una quantità di cibo indescrivibile in un breve lasso di tempo… e poi, ecco che l’altro braccio è invece preso dal senso di colpa.
Perché questo contorto meccanismo? Ho provato a trovare qualche risposta, almeno per quanto mi riguarda, confrontandomi con le mie amiche di percorso. Mangio perché se parlo ed esprimo le mie esigenze potrei sbagliare, e sbagliando potrei allontanare le persone intorno a me; mangio perché sento un senso di vuoto dentro che solo il cibo, momentaneamente, riesce a colmare; mangio perché un senso di angoscia mi prende tutto, il corpo e la testa, e non riesco a darmi una spiegazione.
Non a caso ho deciso di scrivere la mia testimonianza all’inizio del percorso terapeutico; chissà, in un futuro lontano rileggerò queste parole e mi chiederò: chi ero? dove ero? Magari le mie parole potranno essere d’aiuto a qualcuno. Credo che ripercorrere la mia vita, questa sorta di autoanalisi, sia molto importante e significativa per cercare di capire cosa mi fa sta stare male, cosa mi fa paura.
Mettersi in discussione è fondamentale, non è da tutti tanto coraggio. Penso che nel momento in cui s’innescherà il meccanismo di guarigione potrò vivere meglio, essere più socievole, più grintosa, più viva; inizierò ad accettare prima me stessa e di conseguenza avere migliori rapporti con chi mi circonda. Spero di maturare e di essere capace di affrontare il vuoto che m’inonda e mi fa paura.