Come l’acqua per le piante

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Giovanni Della Corte

Come l’acqua per le piante

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Edizione digitale


Come l’acqua per le piante. Per una sensazionale scoperta sull’origine genetica dell’omosessualità Gerardo si scontra con i superiori e trascura la famiglia; in particolare la moglie Serafina, che ritrova la propria intimità nella cura delle piante di casa.
L’amore incondizionato per la moglie e la nuova relazione della figlia, che si scopre innamorata di un’altra ragazza, sono la speranza più grande per il futuro, a cui si contrappone l’arrivismo dei colleghi e l’ineluttabilità del destino. Nelle sfide più difficili la speranza è necessaria a sopravvivere, come l’acqua per le piante.

L’edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull’autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.


Biografia Giovanni Della Corte

Copertina Come l’acqua per le piante

Come l’acqua per le piante di Giovanni Della Corte

Prefazione

Da circa trent’anni la comunità scientifica internazionale – tra polemiche, teorie discutibili e dibattiti – si interroga sulla possibilità che la differenziazione dell’orientamento sessuale dipenda da fattori biologici o genetici. Nei primi studi a riguardo, risalenti agli anni Ottanta, i biologi hanno focalizzato la propria attenzione sul legame tra fase prenatale e condizioni di sviluppo dell’orientamento sessuale, individuando nei fattori di stress esterno le cause dell’omosessualità. Uno studio condotto da Ward e Weisz nel 1980 e pubblicato su «Science» suggerì che periodi di stress intenso e prolungato come quelli derivanti da eventi bellici o bombardamenti potessero influire sul nascituro orientandolo verso l’omosessualità.

Per ciò che riguarda i neonati, altre ricerche individuarono nei farmaci progestinici assunti come anticoncezionali la causa di un’influenza sullo sviluppo sessuale. Farmaci impiegati per usi cosmetici contenenti sostanze antiandrogene si mostrarono invece in grado di mascolinizzare feti femminili causando disfunzioni fisiologico-ormonali capaci di influire sull’orientamento sessuale.

Nel 1996 Blanchard in uno studio pubblicato su «The Journal of Theoretical Biology» ipotizzò che l’omosessualità maschile fosse innescata da una reazione immunitaria materna contro il feto maschio. Secondo Blanchard la madre non era in grado di riconoscere il bambino portato in grembo poiché recante caratteristiche di espressione genetica sessuale differenti dalle proprie. A innescare la risposta immunitaria e di rifiuto, secondo lo studioso, era l’antigene sesso-specifico h-y, implicato nel processo di mascolinizzazione.

Il gruppo di ricerca guidato dallo scienziato affermò che la reazione immunitaria della madre non avrebbe necessariamente impedito il processo di mascolinizzazione. Tuttavia nel caso di un secondo figlio maschio il sistema immunitario avrebbe presentato una reazione più forte e decisa contro il feto, memore a livello immunologico della precedente risposta difensiva. Un eventuale feto terzogenito, a sua volta, avrebbe innescato una reazione ancora più decisa. Pertanto ogni figlio successivo rispetto al primo avrebbe avuto una probabilità maggiore di essere omosessuale.

Le idee di Blanchard, perfettamente in linea con le ipotesi psicosociali dell’epoca, inoltre attribuivano agli omosessuali un numero cospicuo di fratelli maggiori maschi rispetto agli eterosessuali.

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