Bolle di sapone. L’umiltà rende decisamente migliori

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Barbara Bortoli

Bolle di sapone

L’umiltà rende decisamente migliori

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Bolle di sapone. Cosa sta succedendo? Sembriamo persi in una bolla di sapone che ondeggia da una parte all’altra senza una precisa direzione. Tutto è basato sull’apparenza, ci lasciamo trasportare verso quelle che riteniamo le giuste strade, per poi scoprire che la bolla si gonfia sempre più e poi scoppia perdendosi nel nulla.
Eppure se ci soffermiamo a guardare in faccia la vita possiamo scorgerne il valore proprio nei piccoli dettagli e non nella grandezza degli eventi. O meglio, è proprio la somma dei dettagli a costituire la grandezza degli eventi.
Proprio qui e ora bisogna avere la forza e il coraggio di scrutarsi per non diventare burattini manovrati dalle nostre stesse incertezze. Poiché la normalità è una maschera, è ipocrisia, preferisco appartenere a coloro che indossano una propria follia.

L’edizione digitale include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull’autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.


Biografia di Barbara Bortoli

Copertina Bortoli Bolle di sapone

Bolle di sapone di Barbara Bortoli

Cammino per la strada

Indosso ai piedi delle vere e proprie zavorre. Non ne capisco il perché anche se certamente un motivo valido c’è.

Sembra che tutto intorno a me si sia fermato. Tutto scorre al rallentatore come se una forza maggiore bloccasse il libero avanzare, la libera realizzazione della nostra esistenza.

Anche il tempo sembra aver posto dei freni.

Mi affaccio a un ruscello.

È un ruscello così limpido che mi ci posso specchiare.

Ciò che vedo mi spaventa: indosso una mascherina.

Perché? Non siamo a Carnevale, almeno penso.

Torno indietro nel tempo.

Lo percorro tutto fino a capire come mai mi ritrovo con una maschera in faccia che mi impedisce di respirare.

Sono bambina, i miei ricordi si perdono tra la spiaggia e il mare.

Infatti vivo su un’isola, il Lido di Venezia.

Quanto è bello perdersi tra il sole e il mare.

Lunghe biciclettate ci accompagnano ogni giorno nella strada che ci condurrà alla crescita e ci permetterà di cogliere le mille sfaccettature che la vita offrirà.

Per le strade ci si perde a contemplare la natura attorno a noi: siamo un gruppo di sei ragazzi pronti ad affrontare giorno per giorno l’avanzare del tempo.

Qui il tempo scorre così velocemente e piacevolmente che vorremmo non porre mai fine a queste emozioni.

La giornata giunge così alla sera.


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Il Tempo. Concetto dai mille volti

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Barbara Bortoli

Il Tempo

Concetto dai mille volti

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Il Tempo. Concetto dai mille volti. Quante volte ci siamo soffermati a guardare il tempo con rimpianto, senza considerarlo un vero compagno di vita pronto a indicarci un’esistenza migliore.
Il tempo è limitato e va vissuto alla continua ricerca di se stessi, senza imitare nessun altro. Essere ciò che si è: la più bella e difficile avventura che la vita fornisce e che troppe volte escludiamo per trasformarci in ciò che gli altri vogliono.
Questa nuova opera segue la produzione letteraria precedente e completa il percorso di realizzazione e consapevolezza proposto al lettore da un’autrice discreta e schietta. Accompagnano le sue riflessioni i disegni di Massimiliano Sciuccati.

L’edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull’autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.


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Copertina Bortoli Il Tempo. Concetto dai mille volti

Il Tempo. Concetto dai mille volti di Barbara Bortoli

Il tempo

Mi guardo indietro. Il tempo scorre così velocemente che mi sembra di soffocare. Mi assale un senso di ansia: temo di non essere riuscita a realizzare ciò che avrebbe cambiato la mia realtà, che ormai controlla il mio essere.

I ricordi si perdono, la memoria si offusca e quel che di certo rimane spaventa.

Ma quanti perché rimangono ancora sospesi… Sembrano sospesi a un filo lungo e sottile privo di una fine. A volte preferirei che si rompesse per dare spazio a un percorso alternativo, eliminando ciò che non mi appartiene.

Forse lungo il percorso ho scordato qualcosa o semplicemente credevo di averlo realizzato in modo corretto e costruttivo.

Ma come in tutte le cose, nulla è certo fino a quando non scopri la ragione e la causa di ciò che accade e il perché del suo esistere.

Forse è solo una convinzione, che con gli anni risuona come una musica stonata. È una musica che nonostante tutto riesce a scoprire, dietro tanto stridore, qualcosa che valga ancora la pena di individuare.

È l’essere che ci fa esistere, o l’esistere che ci fa essere?

Søren Kierkegaard sostiene che l’uomo, avendo possibilità di scegliere, viene accompagnato da un senso di angoscia esistenziale che nasce quando si rende conto che la libertà che crede di avere è in realtà una non-libertà poiché condizionata da altri e non dai suoi desideri.

L’unica via d’uscita sarà la fede, che porterà l’uomo nell’irrazionalità. Così l’uomo credente potrà ammettere l’esistenza dell’assurdo.


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Osservare l’invisibile

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Barbara Bortoli

Osservare l’invisibile

Pratiche di vero cambiamento

Disegni di Massimiliano Sciuccati

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Osservare l’invisibile. Nei silenzi osservati e in quelli ascoltati ho raccolto i pensieri di chi, senza parole, ha saputo gridare la propria realtà. Ho cercato di dare una voce in mezzo a tanta indifferenza, ho appreso la sensibilità necessaria per accorgermi delle tenebre che anche gli altri hanno vissuto o stanno vivendo.
Facciamo dunque posare il vento, che soffi via gli strati di emozioni congelate per riscoprire ciò che intimamente possediamo; non temiamo cosa potremmo trovare, lasciamoci trasportare al bello della vita.

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Copertina Osservare l'invisibile

Osservare l’invisibile di Barbara Bortoli

Gli invisibili

Credevo che il mondo da vivere fosse quello che stavo vivendo, ma sempre più scoprivo che l’ambiente che mi avvolgeva era molto diverso da quello che volevo. Avrei dovuto soffermarmi e trovare nuove persone con cui relazionarmi, per scorgere ciò che esisteva dietro a tanta indifferenza e cogliere la vera essenza del vivere.

Ascolterò, osserverò, ruberò dal vostro sguardo ogni sensazione. I vostri occhi parleranno per voi attraverso i miei, le rughe racconteranno la vostra storia, i vostri abbracci spiegheranno l’amore. Io sono qui, attenta spettatrice per non perdere tutto questo, per farmi vivere tra un’emozione e l’altra sensazioni a fior di pelle.

Capirò dai vostri gesti ciò che vorrete trasmettermi. Coglierò tanto la vostra gioia, quanto la vostra tristezza, rispettandone ogni singolo momento. Lascerò volare i miei pensieri per carpire i vostri, captando ciò che regna in voi. Innalzerò il vostro pensare per far capire a molti ciò che oggi non vedono. Non mi soffermerò alla parte più superficiale del vostro essere, ma cercherò di cavalcare ogni vostro pensiero non per domarlo, ma per mostrarlo a coloro che vorranno. Catturerò l’essenza della vostra vera natura.

Osserverò il vostro volto quando vi scorrerà una semplice lacrima perché vedrò scorrere tutta la delusione della vostra vita. Una vita di credevo, pensavo, speravo, una vita di labirinti diventati trappole per se stessi.

Anche i vostri pensieri, se pur nascosti nel punto più recondito della mente, sapranno sognare il mondo da voi abbandonato.


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Un tuffo nel profondo

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Barbara Bortoli

Un tuffo nel profondo

Dipinti di Massimiliano Sciuccati

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Un tuffo nel profondo. Il bisogno di estirpare un qualcosa di profondo che non permette di respirare, di sentirsi finalmente liberi in una realtà che impedisce di vivere la nostra reale natura. Inabissarsi, e da lì scrutarsi.
Qui e solo qui viaggio. Sensazioni vissute che tracciano parole dal gusto intatto, per descrivere le mie emozioni. Troppe volte scordiamo la bellezza di cui siamo custodi. Spero il lettore ritrovi in queste pagine anche un po’ di se stesso.

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Copertina Un tuffo nel profondo

Un tuffo nel profondo di Barbara Bortoli

Capitolo primo

Affacciarsi allo specchio della vita. Ma in fin dei conti cosa ci porta, negli anni, a definire la vita? Cominciamo dall’inizio.

Ricordi si intrecciano, si perdono in un passato fatto di mare… ancora oggi il suo profumo mi inebria. Mi ritrovo bambina, cammino lungo il muraglione che mi permette di contemplare il mare. Cammino e ascolto la sua musica, fino a vedere le sue dolci acque infrangersi sugli scogli spumeggianti.

Penso: il mare sa sempre cosa attraversa la mia mente; conosce ogni mio segreto e soprattutto la sua serenità mi colma.

Un gabbiano ora plana sulle onde e si lascia cullare come un bambino tra le braccia della madre. Pazientemente il mare lo trastulla, rallegrandolo piacevolmente.

Mare, la tua maestosità non ha limiti. Ti perdi sconfinato, come a mia volta io mi perdo in te: ti ergi immenso, impetuoso e possente.

L’odore di salsedine mi sta colmando le narici e allo stesso tempo riesco a provare un grande senso di libertà, una libertà sconfinata.

Una leggera brezza marina increspa le tue acque; proprio qui assaporo tutta la tua forza e contemplo, ancora una volta, la tua immagine.

Il cielo si fa sempre più buio, le acque cambiano inverosimilmente colore: dall’azzurro cielo al verde smeraldo dalle infinite sfumature, per rendere una visione sublime.

I miei pensieri, ora, mi portano a considerare ciò che nella vita avrei potuto realizzare e ciò che realmente ho saputo fare… dunque il cammino alla ricerca di me continua.


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Vivi!

B. Bortoli, "Vivi! Viaggio a ritroso nel presente"
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Barbara Bortoli

Vivi!

Viaggio a ritroso nel presente

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Vivi!. Quanto siamo capaci di scrutare nel profondo dei nostri pensieri, senza menzogna o false verità? Quanto valore diamo a chi ci sta accanto? E ai nostri desideri? Dare spazio ai sogni porta energia alla propria esistenza e aiuta a vivere senza timore, comprendendo anzitutto se stessi.
Vorrei trasmettere (a chiunque abbia pensato di non valere granché per questo mondo) che ogni vita è unica e preziosa; inteso questo, avremo capito tutto e sapremo finalmente lasciarci andare a una maggiore libertà.

È come cavalcare un’onda del mare che aspetta solo di arrivare a riva, distesa e rilassata ma viva e spumeggiante.

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B. Bortoli, "Vivi! Viaggio a ritroso nel presente"

Vivi! di Barbara Bortoli

Capitolo secondo

Nel gennaio del 1999 tornavo da una gita di lavoro da Assisi della durata di due giorni. Il primo giorno riuscii a vedere la Porziuncola di San Francesco, poi visitai la basilica.

Per me san Francesco rappresentava e rappresenta il santo più santo di tutti: infatti decise, nonostante le sue ricchezze, di dedicarsi al voto di povertà.

Oggi mi chiedo: quanti di noi sarebbero disposti ad abbandonare tutte le loro ricchezze per intraprendere un percorso di fede?

Ebbene, il secondo giorno mi svegliai con la febbre che sfiorava i quaranta gradi. Pensai a una semplice influenza ma… più passava il tempo, più mi accorgevo che c’era qualcosa che non andava.

Finalmente tornai a casa e il giorno seguente, mentre mi alzavo per andare in bagno, mi accadde una cosa strana: non riuscivo più a coordinare i miei movimenti.

Il medico mi fece ricoverare e mi trovarono la sindrome di Guillain-Barré.

Prima di riuscire a capire cosa avessi, i medici comunicarono a mio marito che le mie condizioni apparivano “disperate”.

Tutti coloro che mi circondavano apparivano afflitti, all’infuori di me: sì perchè, per la prima volta, non temevo di morire.

Sentivo che la mia gioia, una gioia mai provata, produceva una serenità mai vissuta e fu allora che rivolgendomi a Dio dissi: «Signore se è giunta la mia ora, prendimi pure». Provavo una sensazione che non mi era mai stato dato di avere; finalmente sentivo una tale tranquillità che chiesi alla Madonna (a cui avevo sempre posto a protezione i miei figli, sotto al Suo manto celeste) che se avessi continuato a vivere, non mi facesse scordare mai questo momento di pace… una pace interiore che non avrei mai immaginato fosse possibile possedere.

Mio marito entrò nella mia stanza felice e sorridente dicendomi: «Tu guarirai!».

Tali parole echeggiavano nell’aria, ma non ne comprendevo il significato.

Perchè ne era così sicuro?

Dopo alcuni giorni, quando già le mie condizioni miglioravano, mi disse: «Ora ascolta, quando i medici mi hanno annunciato che le tue condizioni erano disperate, sono tornato a casa con il cuore in mano e sono andato a dormire esausto e preoccupato. Mi sono addormentato profondamente, ma verso le tre e trenta mi sono sentito svegliare da una presenza “non umana”. Ho aperto gli occhi e di fronte al mio letto non ho visto l’armadio che normalmente avrei dovuto trovare davanti ai miei occhi ma la mia immagine riflessa davanti all’ospedale dove tu eri ricoverata. Ero sveglio, tutto attorno a me era buio, anche se normalmente l’ospedale è molto illuminato. Io ero lì, nel piazzale dove generalmente atterra l’eliambulanza. A un tratto mi sono girato e ho visto la statua della Madonna tutta lucente che mi guardava. Subito Le ho chiesto: “Madonnina mia, aiuta Barbara, lei che ha riposto sempre fiducia in te!”. Silenziosamente, la Beata Maria, luminosissima, si è alzata dirigendosi verso il reparto dove eri ricoverata tu».

Vivi!


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