Siamo tutti innocenti

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Maria Galfano

Siamo tutti innocenti

Lettere dal carcere di Castelvetrano

Edizione cartacea
Edizione digitale


Siamo tutti innocenti. Molte azioni legate alla malavita sembrano tramandarsi da padre in figlio, tutto è normale, tutto è lecito: dallo spaccio e furti a rapine e ricatti. Ma cosa sarebbe accaduto se qualcuno gli avesse offerto un’alternativa?

Il libro nasce da un confronto psicologico con i detenuti del carcere di Castelvetrano, ne raccoglie i messaggi e offre importanti riflessioni sulla condizione di vita del detenuto.

Completa il volume un viaggio letterario da Dostoevskij a Belli e altri illustri scrittori che hanno conosciuto la galera.

L’edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull’autrice e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.


Biografia Maria Galfano

Copertina Galfano Siamo tutti innocenti

Siamo tutti innocenti di Maria Galfano

Prefazione

Questo libro nasce dal ricordo di una esperienza di volontariato nel biennio 2013-’14, in qualità di psicologa, all’interno dell’istituto penitenziario di Castelvetrano; dall’incontro con uomini che durante i colloqui clinici hanno condiviso con me emozioni, sentimenti, segreti, lacrime, tristi sorrisi e sguardi di speranza. Detenuti che sognano di tornare a casa dalla famiglia. Alcuni vivono il carcere con apparente serenità, altri con disperazione; alcuni consapevoli della loro colpa, altri la negano a loro stessi. Colpevoli e innocenti.

Il mio pensiero va a un padre accusato ingiustamente di un reato mai commesso. Passava le giornate pensando alla sua famiglia e mi diceva: «Dottoressa, io ho perdonato. Ecco legga questa lettera». Era la confessione della persona che lo aveva accusato, la presunta vittima chiedeva scusa e ammetteva di aver mentito perché plagiata da una terza persona che voleva vendicarsi. Avevo incontrato il mio Conte di Montecristo.

Gli innocenti nelle carceri sono una triste realtà. In questi anni abbiamo ascoltato la storia di Chico Forti, per citarne uno: un innocente detenuto da anni. E la lista delle ingiustizie sarebbe lunga. Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020 in Italia i casi di ingiusta detenzione sono stati 750 e 16 i casi di errori giudiziari (fonte Errori giudiziari e ingiusta detenzione, ecco gli ultimi dati più aggiornati, in errorigiudiziari.com, 7 aprile 2021): i dati sono pubblicati dall’associazione Errorigiudiziari.com fondata dai giornalisti Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone.

Ho visto uomini pagare per un reato minore commesso molti anni prima. Ricordo ancora le parole di un mio paziente: «Ero un ragazzo, adesso sono sposato e ho un figlio. Avevo un lavoro e dopo anni son venuti a cercarmi e mi hanno portato qui… Perché dopo tutto questo tempo?». Non ho saputo rispondere.


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L’Isola del non ritorno

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Antonio Lavieri

L’Isola del non ritorno

Edizione cartacea
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L’Isola del non ritorno. Il Paese più ricco al mondo decide di confinare i criminali in un’isola dalla quale non si può ritornare. Qui gli emarginati a contatto con la natura trovano un’inaspettata felicità scoprendo valori umani ormai scomparsi nella società progredita. Storie d’amore, spirito di vita comune, avventure e nuove passioni si intrecciano. Tutto ciò disturba il Governo e l’opinione pubblica americana, forse non ancora pronti per questo cambiamento.
Spetta a Fitz dimostrare – a rischio della vita – che il crimine è l’esito delle disparità sociali: la società condanna il male che essa stessa produce e il potere nasconde l’ipocrisia dell’uomo creando illusioni di giustizia.

«Non difendo i criminali ma la loro condizione umana. La società non può condannare il crimine compiendo un altro crimine. Una decadenza che pare inarrestabile: forse la nostra è la vera società del non ritorno».

L’edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull’autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.


Biografia Antonio Lavieri

Copertina Lavieri L’Isola del non ritorno

L’Isola del non ritorno di Antonio Lavieri

L’Isola

Il cielo blu scuro della notte con le prime luci dell’alba si va lentamente schiarendo, dipinto da un volo di innumerevoli uccelli bianchi. Cantano l’arrivo del nuovo giorno nutriti dalle onde di un mare impetuoso che spazzando la stretta spiaggia trasporta l’alimento di vita. Qui l’oceano impone la sua autorità superiore. Il vento, che non vuole essere da meno, raccoglie la brezza dalla schiuma del mare e la trasporta attraverso la piccola isola dalla fitta vegetazione. All’interno altri uccelli dai mille colori festeggiano l’arrivo del nuovo giorno condividendo la vita con piccole scimmie di color avorio già in cerca di frutti maturi. Per migliaia di anni, in un tempo infinito, la vita sull’isola si è rinnovata nello stesso identico modo senza che l’uomo l’abbia mai abitata. Finché un giorno tutto è cambiato.

Riparati dai raggi del sole sotto una copertura di legno alcune donne e uomini lavano i panni in vasche di pietra, utilizzano sapone di Marsiglia e acqua dalle taniche che hanno riempito alla cisterna installata all’inizio della tettoia; altri dopo aver appeso gli abiti sono in attesa che il vento li asciughi. I lavatoi sono al margine di una fila di edifici costruiti nella densa vegetazione.

La voce della più giovane delle donne sovrasta le altre.

«Maria rompi le palle sin dal mattino presto!» le grida in tono scherzoso un uomo che legge un libro seduto a terra con la schiena appoggiata a una palma.

Maria gli rivolge uno sguardo sprezzante attraverso i suoi grandi occhi neri e impreca nella sua lingua nativa. Inoltrandosi nella foresta il vocio dell’uomo si perde per lasciar posto alla festa degli uccelli variopinti. La piccola isola per millenni ha conosciuto solo il rumore dell’infinito oceano che la circonda, il sibilo del vento che l’accarezza, il canto degli uccelli e i pettegolezzi delle scimmie.

Il fragore delle pale di un grosso elicottero squarcia l’eterna pace di questi luoghi spaventando le scimmiette avorio che iniziano a fuggire e gli uccelli sospendono il canto. Intanto un soldato in tuta gialloverde indica al pilota il corretto allineamento. Il grande piazzale dove atterra l’elicottero è circondato su tre lati da alcune costruzioni in legno, edifici semplici con porticati che proteggono dal sole.


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