Ida De Luca
Guerriero di cartone
Edizione cartacea
Edizione digitale
Guerriero di cartone. Chi è il Guerriero, perché sento la sua mancanza? Abita in una dimensione diversa dalla nostra, dove ha la sua vita, la sua storia, i suoi ricordi.
Il Guerriero è altruista.
Il Guerriero è una testa calda.
Il Guerriero è l’amico che tutti vogliono.
Il Guerriero è l’uomo che tutte sognano.
Il Guerriero ti protegge e si addormenta dopo di te; è amore incondizionato.
Il Guerriero ti guarda mentre dormi, ma al risveglio non potrai dargli il bacio del buongiorno. Per il semplice motivo che lui… non esiste.
L’edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull’autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.




Guerriero di cartone di Ida De Luca
Capitolo primo
E quella mattina squillò il telefono, una voce lontana mi stava dicendo che tu eri morto.
Tu, il mio grande amore, appena partito per una missione, eri morto.
Un’esplosione.
Poi un’esecuzione.
Non capivo più niente.
Non volevo capire.
Non riuscivo a credere a quello che stavo sentendo.
Tu no, proprio tu no…
Il mio cuore martellava nel petto.
I bambini piangevano.
I nostri cani erano come impazziti.
Tra le lacrime riuscii a postare la tua foto più bella su Facebook.
Da lì sgomento, dolore, telefonate, visite, le mie amiche preoccupatissime.
Tra queste lei, la mia migliore amica, mia sorella dell’anima.
Ricordo quel pomeriggio quando mi richiamò il tuo migliore amico per aggiornarmi su tutto.
Mi disse che anche lui era in pericolo.
E lei era lì con me, a consolarmi, a piangere con me.
Quando andò via lei e si congedò anche l’ultima visita rimasi da sola con tutto il mio dolore, con tutta la mia disperazione.
Rimasi lì intrappolata tra i miei ricordi.
L’estate, il mare, la prima volta che ti ho visto, il lido, tu che facevi divertire i bambini.
Amore, eri il più bello.
Poi le nostre fughe con la macchina.
I miei mal di testa per sfuggire le mie zie e venire da te.
Poi il rientro a casa.
Le tue telefonate insistenti, non era solo un’avventura estiva.
Mi volevi come compagna e, dopo tanta insistenza da parte tua, ho accettato la tua proposta di matrimonio.
Ricordo ancora la canzone in sottofondo.
La nostra canzone.
Riempivi me e i bambini di tanto amore e tanti regali.
Ricordo quando abbiamo fatto l’albero.
Ricordo la gioia negli occhi dei miei figli quando aprendo la porta si sono trovati due cagnolini.
Tu e le tue sorprese, tu con il tuo sorriso, tu con la tua voglia di vivere.
La mia testardaggine a non voler firmare la carta di convivenza.
Poi poco prima di farti conoscere alla mia migliore amica ti è arrivato il trasferimento.
Dai Corpi Speciali di Napoli a quelli di Milano.
Ero disperata.
Angosciata.
Mi sentivo una brutta sensazione addosso.
Ci furono i nostri primi litigi.
Una volta tu, disperato, hai chiesto consigli alla mia migliore amica.
Abbiamo risolto tutto, eravamo più uniti di prima.
E ora il buio.
Non ci sei più.