Non saper organizzare promozione e distribuzione

Non saper organizzare promozione e distribuzione. Molti autori pubblicano la propria opera e son contenti così. In America la chiamano vanity press.

Altri ancora sono convinti che pubblicando mediante l’editoria tradizionale possano ottenere maggior visibilità e vendite. Non considerano che quasi nessun editore purtroppo oggi investe in promozione e distribuzione.

Di norma questo accade non per l’avidità dell’editore ma perché:

  • se il libro ha una portata locale spesso l’editore non ha sufficienti risorse nemmeno per un trafiletto sul quotidiano della provincia;
  • se il libro ha una portata nazionale l’editore si affida a un promotore editoriale.

Non saper organizzare promozione e distribuzione

Promozione editoriale

La promozione editoriale in Italia, come l’editoria del resto, è purtroppo in regime di stretto oligopolio, a scapito della biodiversità culturale della cultura italiana. In ogni caso il promotore editoriale di un editore nazionale ha in genere un mandato in esclusiva e, oltre a trattenere più del 50% del prezzo di copertina, di solito non fa un’adeguata promozione a tutte le opere in portfolio (spesso non ne ha il tempo!); talvolta capita che rinunci persino alla distribuzione dell’opera se la libreria che richiede una copia è indipendente o difficilmente raggiungibile (o peggio insolvente).

Dunque, in ogni caso, l’Autore deve promuoversi da sé.

In particolare l’autore che si autopubblica può organizzare presentazioni del proprio libro, oltre a prevedere una quota di tempo da investire per la propria opera in relazioni sociali, letture, commenti, viaggi.

Abbiamo scritto un breve articolo che approfondisce il dilemma di molti Autori esordienti: meglio pubblicare con un Editore o seguire un percorso di autopubblicaizone? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi nell’uno e nell’altro caso? Ecco, consigliamo la lettura di questo post.



  1. Concentrarsi sui propri interessi e preferenze
  2. Evitare l’editing del manoscritto (o farlo da sé)
  3. Poca cura della confezione editoriale
  4. Non saper utilizzare i socialnetworks
  5. Non saper organizzare promozione e distribuzione

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Non saper utilizzare i socialnetwork

L’Autore apprendista spera che per caso qualcuno nella rete lo noti.
L’Autore che ha a cuore il proprio libro è notato per causa (sua) dai propri lettori.

Ormai è chiaro che i socialnetwork non sono una perdita di tempo, ma uno strumento di lavoro… VERO?

Non saper utilizzare i socialnetwork. L’Autore che si autopubblica deve gestire alcuni (non uno!!) socialnetwork se intende diffondere la propria opera (almeno Facebook e Goodreads). Questo tipo di attività richiede alcune ore di impegno e… una sufficiente competenza, che matura in breve con l’esperienza. Non si tratta semplicemente di pubblicare uno status con il link al proprio libro: i risultati arrivano solo se a monte c’è un buon lavoro di promozione. FdBooks offre gratuitamente la creazione di una Pagina Facebook dedicata all’opera (sfruttala al meglio!!).

Segue un piccolo elenco di cose che potresti non saper fare con i socialnetwork, anche se li usi ormai da dieci anni: 🙂

Fare pubblicità

Promuovere il proprio libro su Facebook, per esempio, costa minimo 1 euro al giorno. Se sei disposto a spendere questa cifra puoi raggiungere un pubblico molto specifico e ottenere le desiderate vendite. Sarà necessario fare alcune prove prima di comprendere bene le dinamiche della promozione sui social, presto le cose saranno chiare! Prima di valutare di fare pubblicità a pagamento valuta però il valore delle relazioni sociali e del passaparola: richiede investire tempo, non denaro. Ed è molto più efficace.

Programmare i post

Programmare i post significa non doversi occupare quotidianamente di amministrare la pagina Facebook e di ottimizzare li proprio tempo. Inoltre consente di concepire la propria azione in un tempo prolungato, dunque di comunicare con un linguaggio coerente, gestire al meglio la propria narrazione.

Gestire contemporaneamente più socialnetwork

Esistono strumenti molto interessanti che consentono di gestire diversi social contemporaneamente, con un unico click. Consigliamo Hootsuite, ma ci sono altri programmi che svolgono lo stesso compito. Si tratta di strumenti indispensabili in quanto non solo consentono di risparmiare molte ore al computer, ma sono inoltre in grado di dare informazioni importantissime sulle statistiche degli amici o dei followers e di controllare che la pubblicazione dei contenuti sulle varie piattaforme raggiunga il più vasto pubblico possibile. Assolutamente da provare per chi non ce l’ha!

Controllare le statistiche

Conosci il tuo pubblico se hai un messaggio da lanciare, o un libro.

Queste utilissime informazioni statistiche (ogni social le mette a disposizione) sono molto importanti sia nella scelta dei contenuti da pubblicare (devono essere interessanti per quel pubblico) sia per la redazione eventualmente della prossima opera: l’Autore ha maggiori possibilità di attirare la curiosità del lettore se conosce già le sue preferenze.

Non saper utilizzare i socialnetwork


  1. Concentrarsi sui propri interessi e preferenze
  2. Evitare l’editing del manoscritto (o farlo da sé)
  3. Poca cura della confezione editoriale
  4. Non saper utilizzare i socialnetworks
  5. Non saper organizzare promozione e distribuzione

Poca cura della confezione editoriale

Poca cura della confezione editoriale. Ne ho visti di autori che portano la propria opera in tipografia, o che autopubblicano online ottenendo un prodotto editoriale di pessima fattura: è un modo per spendere male il proprio denaro!

Con facilità si trovano romanzi pubblicati con servizi online a basso costo (o gratuiti) che sembrano dispense, o una collezione di fotocopie. Possibile che l’autore possa non tenere in minimo conto l’aspetto della propria opera? … sì, accade.

Un buon libro deve avere:

  1. una buona consistenza (qualità e grammatura della carta appropriate);
  2. una buona stampa (a colori, ma anche un buon nero sul bianco e nero);
  3. Una buona impaginazione (che sia ordinata, equlibrata, armonica);
  4. una buona rilegatura (va scelta una buona colla, o in alternativa una cucitura con filo refe, per un esatto numero di pagine in sedicesimi); sono da valutare delle bandelle di protezione.

Segue un piccolo elenco di dettagli, che paiono dettagli solo a chi non conosce il mestiere:

Titolo del libro

Poca cura della confezione editoriale. Cercando ispirazione per un buon titolo...
Cercando ispirazione per un buon titolo…

Il titolo del libro non è solo il frutto di ore di meditazione osservando il firmamento celeste. Dev’essere un’espressione chiara, di immediato richiamo per il proprio pubblico. Deve incuriosire, deve intercettare il pubblico giusto. Anche il sottotitolo non è irrilevante. Entrambi dovrebbero contenere parole chiave (keywords) fra le più ricercate su Google e Amazon perlomeno.

Copertina

Poca cura della confezione editoriale. Ecco una copertina prodigiosa :-)
Ecco una copertina prodigiosa 🙂

Una pessima copertina allontana il lettore ancor prima che possa considerare l’acquisto dell’opera. Una volta un promotore editoriale mi disse che la copertina veicola, lei sola, circa il 30% delle vendite di un titolo in media.

L’autore dovrebbe impegnare un terzo delle proprie risorse (denaro e tempo soprattutto) esclusivamente nella preparazione della copertina. Il servizio Auto da fé aiuta l’autore impaginando gratuitamente la copertina, ma la scelta dell’immagine resta determinante.

Con FdBooks è possibile pubblicare un libro in edizione cartacea in tutto il mondo anche con copertina rigida.

Descrizione

Poca cura della confezione editoriale. Scrivi una descrizione precisa e convincente
Scrivi una descrizione precisa e convincente

Un libro solitamente ha dei testi di presentazione per il lettore, che altrimenti dovrebbe indovinarne il contenuto solo osservando la copertina e il titolo. I testi di presentazione sono esattamente ciò che convincono il lettore ad acquistare l’opera, lo avrete sperimentato anche voi. L’autore che non ha cura nella preparazione della descrizione è un autore al quale non interessa vendere la propria opera. Consigliamo testi accattivanti, brevi, efficaci. Consigliamo l’Autore nella redazione dei testi per la copertina, siamo consapevoli di quanto sia importante il nostro supporto.

NOTA: acquisisce sempre maggior rilevanza la necessità di redigere una descrizione che contenga determinate keywords pensate per il proprio pubblico. Una descrizione con le parole giuste raggiunge più facilmente i lettori, che possono aver notizia del libro tramite Google, Amazon, Goodreads etc.

Ulteriori considerazioni sulla poca cura della confezione editoriale

Questo è un aspetto sottovalutatissimo, soprattutto per le edizioni digitali. Farò quindi una distinzione chiara.

Edizione cartacea

Un libro è un prodotto artigianale. Con le giuste competenze si scelgono il tipo di carta, il cartoncino per la copertina, i colori, la gabbia grafica degli interni del libro (dunque font, interlinea, margini, titoli etc.). La propensione del lettore all’acquisto  è direttamente proporzionale alla soddisfazione di poter tenere tra le mani un bel libro.

Edizione digitale

Alcuni Autori creano il proprio ebook partendo da un file Word e pigiando il pulsante di un plug-in o di una applicazione. Ciò che ottengono non è un ebook professionale ma un testo leggibile su un dispositivo elettronico. Un ebook confezionato per il mercato editoriale deve corrispondere a degli standard internazionali per poter esser letto sui numerosi (e diversissimi!!) dispositivi. Non deve contenere errori di programmazione. Soprattutto va considerata con attenzione la gestione delle immagini e delle tabelle.

Poca cura della confezione editoriale


  1. Concentrarsi sui propri interessi e preferenze
  2. Evitare l’editing del manoscritto (o farlo da sé)
  3. Poca cura della confezione editoriale
  4. Non saper utilizzare i socialnetworks
  5. Non saper organizzare promozione e distribuzione

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Evitare l’editing del manoscritto

Evitare l’editing del manoscritto. Mi capita di incontrare Autori (ma anche Editori!) che non ritengono necessario l’editing del proprio testo. I risultati, purtroppo, sono talvolta osceni.

L’offerta editoriale Auto da Fé prevede una correzione bozze ed editing gratuito del manoscritto proprio perché l’Autore si renda conto dello stato redazionale dell’opera.

Vi presentereste a una cena di gala con un elegante vestito firmatissimo ma con un pataccone di pomodoro sulla camicia? Evidentemente il problema non sarebbe l’abito, ma la noncuranza di chi lo indossa.

Per revisione del testo non si intendono solo i refusi, gli errori grammaticali e di punteggiatura (che sono assai comuni, in ogni autore anche se professore universitario); qui si fa riferimento anche allo stile espressivo, la concordanza dei tempi verbali, l’esattezza dei riferimenti storici e tecnici, la coerenza della narrazione etc.

L’Autore non può correggere il proprio testo

Vorrei fosse chiara una cosa: l’Autore non può correggere il proprio testo. Quantomeno, non può essere il solo a farlo se l’ambizione è quella di pubblicare un’opera degna.

L’Autore che si autopubblica normalmente non ha la minima esperienza nel campo, se non da… lettore (non da autore, appunto)! Questo vuol dire che anche far leggere il proprio manoscritto a parenti e amici per risparmiare il costo di un editor non è una buona soluzione; serve un professionista (non un altro autore, non un lettore forte, non un amico disponibile) se si vuole ottenere un buon lavoro.

Fare editing al proprio testo non significa snaturarlo, anzi serve a renderlo più espressivo; non è il segnale della scarsa qualità dell’Autore, piuttosto di una sua più evidente professionalità e cura redazionale.

Evitare l’editing del manoscritto


  1. Concentrarsi sui propri interessi e preferenze
  2. Evitare l’editing del manoscritto (o farlo da sé)
  3. Poca cura della confezione editoriale
  4. Non saper utilizzare i socialnetworks
  5. Non saper organizzare promozione e distribuzione

Concentrarsi sui propri interessi e preferenze

Concentrarsi sui propri interessi e preferenze. In assenza dell’Editore, che dovrebbe aiutare l’Autore nella scrittura dell’opera con consigli, consulenze, competenze interne etc. l’Autore che si autopubblica deve considerare che pubblicare significa mettere a disposizione del pubblico… dunque non pubblica per sé, ma per tutto il mondo.

Se l’Autore intende scrivere per se stesso può tranquillamente conservare il manoscritto nel proprio cassetto, ma se intende invece diffondere la propria opera dovrà tenere in opportuna considerazione il proprio pubblico di riferimento.

Ho conosciuto molti Autori che sono rimasti sorpresi quando hanno realizzato che il libro pubblicato viene acquistato non solo da parenti e amici ma anche da lettori di altre città, pure di altri Stati. In fondo se una storia vale la pena essere raccontata è perché ha una rilevanza pubblica.

Pubblico di riferimento

Già… attorno a ogni Autore si forma un pubblico di riferimento, probabilmente con interessi comuni. Quando l’Autore dovrà promuovere la propria opera potrà scegliere se programmare una promozione generica e indefinita oppure targhettizzata e specifica… per non dissipare le proprie risorse inutilmente chiaramente vorrà identificare un pubblico preciso, ma non sarà affatto facile se il contenuto stesso dell’opera non sarà stato concepito con il medesimo intento. Dunque è importantissimo già in fase di redazione del testo cercare di capire con esattezza a chi si intende rivolgere la propria opera.

Concentrarsi sui propri interessi e preferenze


  1. Concentrarsi sui propri interessi e preferenze
  2. Evitare l’editing del manoscritto (o farlo da sé)
  3. Poca cura della confezione editoriale
  4. Non saper utilizzare i socialnetworks
  5. Non saper organizzare promozione e distribuzione

Cinque errori comuni nel self-publishing

Cinque errori comuni nel self-publishing. Ho avuto l’opportunità di lavorare sia per l’editoria tradizionale sia con un servizio di self-publishing e, potrà sorprendere, ma purtroppo ci si scontra spesso con una tragica scarsità di competenze lavorando con alcuni Editori (nient’affatto piccoli) e invece si possono trovare ottime perle preparando la pubblicazione di un libro autoprodotto.

Certo, non è una regola… ci sono case editrici di buona competenza e cura e pessimi manoscritti di Autori che desiderano pubblicare a tutti i costi (anche se è gratis). Ne abbiamo parlato in questo post.

L’Editore che non fa editing, promozione, distribuzione etc. del proprio catalogo è certamente un pessimo professionista; l’Autore che si autopubblica invece non ha esperienza editoriale, spesso non conosce le dinamiche del self-publishing e si limita alla sola pubblicazione di un manoscritto che ritiene degno, senza fare più ampie considerazioni.

Questa serie di post, che prende e rielabora i contenuti da quest’altro post, illustra cinque preziosi consigli per l’autore che intende autopubblicarsi.


  1. Concentrarsi sui propri interessi e preferenze
  2. Evitare l’editing del manoscritto (o farlo da sé)
  3. Poca cura della confezione editoriale
  4. Non saper utilizzare i socialnetworks
  5. Non saper organizzare promozione e distribuzione

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