Ai piedi della Vera Coscienza

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Hari Simran S.K.

Ai piedi della Vera Coscienza

Sat Guru Charan. Il massaggio, il viaggio, l’esperienza

Edizione cartacea (a colori)
Edizione cartacea (bianco e nero)
Edizione digitale


«Mi siederò di fronte ai tuoi piedi e in quel momento ti avvicinerò al mio cuore perché se è nella natura dell’essere umano cercare oltre l’orizzonte di ciò che conosce, prima deve avvicinarsi. Ciò che conta è l’approccio. Quando lo farai anche tu ne capirai la forza e il significato».

Hari Simran S.K.

Ai piedi della Vera Coscienza. È il libro alla base della disciplina: c’è la tecnica, il senso e le origini. Contiene storie per sostenerti e ispirarti e il vero portento del Sat Guru Charan: la canalizzazione, forse la forma suprema di ascolto.

Troverai molto di Hari Simran, soprattutto il suo sorriso e la sua ironia; non discorsi astratti ma risposte pratiche ai tuoi interrogativi. Saremo trasportati nella stanza in cui avviene il primo massaggio dei piedi.

Un terapeuta ha bisogno di essere equilibrato per dare equilibrio e questo libro è una fonte di aiuto e di conforto.

L’edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull’autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.


Biografia di Hari Simran

Copertina Ai piedi della vera coscienza

Ai piedi della vera coscienza di Hari Simran S.K.

Introduzione

Il Maestro sedeva su una grande poltrona. Vestiva un abito bianco senza bottoni lungo fino alle caviglie. Le lunghe maniche lasciavano scoperte le sue bellissime mani, il bracciale di nudo metallo che portava al braccio destro e un orologio elegante al polso sinistro. Dalla mano destra pendeva un corto mala di perle che lentamente faceva ruotare tra il dito medio e il pollice. Il turbante di cotone tendeva le sopracciglia accentuando il bagliore del suo sguardo. Da un’ampia finestra alle sue spalle la luce del Sole entrava con raggi diagonali che lo avvolgevano come un mantello.

Si guardava intorno come un leone osserva la savana. Spesso sorrideva, a volte ruggiva, attento, imprevedibile, sempre disponibile. Un suo gesto frequente era aprire le dita della mano e richiuderle lentamente come artigli: non era un segno di tensione, piuttosto emanava una certa regalità; una manifestazione di forza ed eleganza, un mélange di carisma e bellezza ineguagliabile. Eppure sapevo che era esausto.

Il viaggio d’oltreoceano, i trent’anni passati senza sosta da un capo all’altro del mondo, cambiare continuamente fuso orario, clima e dimora, gli interventi chirurgici a cui inevitabilmente si era dovuto sottoporre, tutto questo lo aveva fiaccato. Eppure tanta stanchezza sembrava sfiorarlo appena. Fedele al suo motto keep up [tieni duro] continuava a perseverare nel servire l’umanità senza risparmiarsi né lamentarsi. Non era la prima persona senza una vita privata o che avesse rinunciato a una propria intimità; ma era l’unica che conoscevo che poteva lavorare venti ore al giorno dedicandosi agli altri con assoluta abnegazione, consapevolezza e competenza. Riceveva in continuazione visite, lettere, telefonate in un caotico turbinio di individui e di richieste. Rifiutare qualcuno o qualcosa era per lui inammissibile: gli esseri umani vanno accolti, gli oggetti riciclati, le esperienze integrate. Aveva detto no al no una volta per tutte, in maniera definitiva. Donava generosamente e si donava totalmente.

Allo stesso modo diretto si confrontava con ognuno di noi, non dimenticava né risparmiava nessuno. Se ti incoraggiava lo faceva per sostenerti: ti valutava attentamente e se vedeva che potevi sopportarlo ti sparava una palla di cannone nello stomaco. Trovava il modo di arrivare a te con una parola, un gesto, uno sguardo. Sei nel mezzo di un confronto tra te e il Maestro e se lo comprendi è il confronto tra te e il tuo sé; allora ti accorgi che tra la tua anima e la tua parte esistenziale c’è il fiume dei cicli dell’esistenza.

Tra le due sponde però a volte non c’è un ponte: il Maestro individua lungo il tuo percorso il tratto dove non c’è un ponte tra le sponde di corpo e mente da una parte e anima dall’altra; tra il tuo potenziale creativo e il tuo destino. Lo fa per aiutarti a uscire dall’oblio, per ricordare chi sei.


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