Laurence Sterne
Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia
Tradotto e annotato da Ugo Foscolo
Edizione cartacea
Edizione digitale
Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia. Adottando il nom de plume “Didimo Chierico”, Ugo Foscolo traduce e annota il romanzo di Laurence Sterne, il quale
«[…] assumendo il nome di “Yorick”, antico buffone tragico, volle con parecchi scritti, e singolarmente in questo libricciuolo, insegnarci a conoscere gli altri in noi stessi, e a sospirare ad un tempo e a sorridere meno orgogliosamente su le debolezze del prossimo».
Questo racconto, che descrive l’esperienza turistica di Sterne di un viaggio di sette mesi fra la Francia e l’Italia per motivi di salute, si colloca con originalità fra la classica Letteratura di viaggio e il romanzo. Sterne abdica frequentemente alla tecnica del reportage e si dedica piuttosto a sé e ai propri sentimenti, con ironia e commozione.
La presente edizione, riveduta e corretta, ripubblica la versione originale dell’opera, così come stampata nel 1813. Questa edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull’autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.
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Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia di L. Sterne
I.
A questo in Francia si provvede meglio — diss’io.
— Ma, e vi fu ella? — mi disse quel gentiluomo; e mi si volse incontro prontissimo, e trionfò urbanissimamente di me.
— Poffare! — diss’io, ventilando fra me la questione — adunque ventun miglio di navigazione (da Douvre a Calais non si corre né piú né meno) conferiranno sí fatti diritti? Vo’ esaminarli. — E, lasciando andare il discorso, m’avvio diritto a casa: mi piglio mezza dozzina di camicie, e un paio di brache di seta nera.
— L’abito che ho indosso — diss’io, dando un’occhiata alla manica — mi farà.
Mi collocai nella vettura di Douvre: il navicello veleggiò alle nove del dí seguente: e per le tre mi trovai addosso a un pollo fricassé1 a desinare – in Francia – e sì indubitabilmente che, se mai quella notte mi fossi morto d’indigestione, tutto il genere umano non avrebbe impetrato che le mie camicie, le mie brache di seta nera, la mia valigia e ogni cosa non andassero pel droit d’aubaine2 in eredità al re di Francia – anche la miniatura ch’io porto meco da tanto tempo e che io tante volte, o Elisa3, ti dissi ch’io porterei meco nella mia fossa, mi verrebbe strappata dal collo. – Vedi scortesia! E questo manomettere i naufragj di un passeggiere disavveduto che i vostri sudditi allettano a’ loro lidi – per Dio! Sire, non è ben fatto: e sí che mi rincresce d’avere che dire col monarca di un popolo tutto cuore e sí incivilito e cortese e sí rinomato per la gentilezza de’ sentimenti.
Ma tocco appena i vostri domini.