Bambino ma non troppo

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Ugo Cignolini

Bambino ma non troppo

Viaggio negli anni Settanta dall’adolescenza a oggi di un bambino mai troppo fuori, mai troppo dentro

Edizione cartacea
Edizione digitale


Bambino ma non troppo. Un ricordo dolce e delicato, una storia vista con gli occhi di un bambino che non ha mai voluto crescere, un’esperienza di vita indimenticabile e forse proprio per questo ancora ricca di ricordi e dettagli.
Gli amori, la musica, l’arte e le esperienze dell’adolescenza. Un bimbo in un luna park, eccitato da tutte le luci, alla scoperta e innamorato dalla vita, cosa farà da grande?

L’edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull’autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.


Biografia di Ugo Cignolini

Copertina Bambino ma non troppo

Bambino ma non troppo di Ugo Cignolini

Prologo

La mano sul calcio della pistola era pronta, quando le urla di mia nonna mi riportarono alla realtà. Il vecchio 45 giri suonava, gracchiando la colonna sonora del film Per un pugno di dollari, ascoltata un milione di volte.

Lentamente aprii gli occhi e, sdraiato sul pavimento, mi ritrovai a fissare il fondo dell’armadio. Un piccolo ragno scendeva senza curarsi di me. L’occhietto rosso dell’alimentatore della televisione pareva fissarmi divertito. I graffiti disegnati sul fondo con i pastelli a cera nei momenti di noia mi ricordarono che ero ancora in casa mia.

Con calma tolsi la gomma da masticare di bocca e la appiccicai, allineandola insieme alle altre, sul fondo dell’armadio.

«Allora ti alzi o no?!» tuonò un’altra volta mia nonna.

In quel momento qualcuno bussò alla porta: Antonella apparve sull’uscio.

«L’Ughetto può venire a giocare?».

Senza aspettare la risposta mi precipitai da lei, la presi per mano e la trascinai sul ballatoio. La luce del sole giocava con i suoi capelli creando riflessi di seta. Ci guardammo e scoppiammo a ridere.

Le feci cenno di seguirmi in silenzio; rientrammo adagio e ci fermammo fra le due porte senza farci sentire. Richiusi la porta principale alle nostre spalle e ruotai il catenaccio con tutte e cinque le mandate. Il buio ci avvolse in un tiepido abbraccio.

Spostai lievemente la tenda e guardai mia nonna; già non si curava più di noi, aveva ripreso il suo solitario.

«Dove andiamo?» mi chiese lei.

«Sulla luna» risposi io.


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